PD e Movimento 5 Stelle. Selezionare i canditati al Parlamento in barba al Porcellum

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di Raffaella Della Morte

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha deciso che la data più consona per le elezioni sarà il 24 febbraio. Le irrevocabili dimissioni dell’attuale premier Mario Monti, dopo l’approvazione del patto di stabilità, non lasciano dubbi: l’Italia andrà alle urne.

I partiti si preparano a scendere nell’agone politico e a destra, a sinistra o al centro, si affilano le armi per questo scontro che sembra voler essere condotto all’insegna del nuovo. Basta coi soliti volti e i soliti politici. La gente è stanca ed esasperata ed un’inversione di marcia con nuove facce potrebbe essere la chiave del successo. Un successo che non può non avere dalla sua la condivisione del popolo sulla scelta di coloro che guideranno l’Italia nel dopo Monti.

La legge elettorale con cui gli italiani andranno al voto non permette di esprimere le preferenze. La riforma sperata non c’è stata e così ai partiti, nel tentativo di coinvolgere il popolo e far leva sulla loro forza, non resta che organizzarsi per proprio conto.

Solo primarie delle idee per un Pdl in cui gli equilibri interni sembrano in frantumi. L’iniziativa lanciata da Giorgia Meloni e Guido Crosetto si è svolta proprio la scorsa domenica, data in cui il centrodestra avrebbe dovuto scegliere con le ‘vere primarie’ il proprio candidato premier. Un successone in tal senso sono state invece le primarie del Pd: dopo la scelta di Bersani come candidato premier, i democratici attendono di decidere, con lo stesso sistema, i candidati parlamentari.

Ed analoga è stata anche la proposta arrivata dal Movimento 5 stelle di Beppe Grillo, che per la selezione dei candidati del partito, ha inventato le Parlamentarie on-line. Ma si tratta davvero di democrazia? I commenti sul web si sprecano e sono in molti a puntare il dito proprio contro il partito di Grillo, che sembra aver deluso le aspettative di cui si faceva portatore. A partire dalle regole imposte dal leader circa i requisiti essenziali per la candidatura, passando per la poca trasparenza nello spoglio e le tante parentele all’interno del movimento, fino ad arrivare all’espulsione dei ‘dissidenti’ e alle chiare parole di Grillo che dal suo blog scrive: “Se c’è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prenda e vada fuori dalle palle! Se ne vada dal Movimento”, di democratico non sembra esserci proprio nulla, tanto che non appena espulsa la dissidente bolognese Salsi ha commentato: “Tutto è in mano a Grillo e Casaleggio. Quindi se pur più ‘burocratizzate’ le primarie del Pd sono state un esercizio più democratico”.

Ma Grillo non condivide e, senza spiegarne il perché, ha definito invece le primarie democratiche una ‘buffoneria’. Scrive Serra su La Repubblica: Grillo è un uomo di sintesi e non di analisi e dunque se ti dice “Tizio è un cretino” e tu gli chiedi di spiegarti il perché la conversazione ha termine”.

Al Pd in effetti si potrebbe contestare la scelta annunciata da Bersani che, alla stregua di quanto affermato da Berlusconi di voler riservare il 10% dei posti alla vecchia guardia, ha palesato l’intenzione di affidare 10 deroghe ai ‘veterani’ tra cui campeggiano i nomi di Rosy Bindi, Beppe Fioroni, Anna Finocchiaro ed altri ancora. Questi ultimi dovranno comunque candidarsi alle primarie per poter essere poi – se vincitori – candidati al parlamento Immediato il mal contento, che Bersani ritiene inaccettabile, visto quanto dice lo Statuto.

Il problema di fondo resta probabilmente, al di là del porcellum, proprio quello di una riforma dei partiti. “Finché non si affronta la questione del loro status giuridico e della loro democrazia interna, non si va da nessuna parte – afferma l’onorevole Elio Veltri sul quotidiano online l’Indipendenza – Tutto il dibattito politico italiano sulla legge elettorale non esiste nelle grandi democrazie”, insistendo sul fatto che ciò che conta è, a prescindere da ogni cosa, ricostruire la democrazia.

“Quando i molti governano, pensano solo a contentar sé stessi, e si ha allora la tirannia più balorda e più odiosa: la tirannia mascherata da libertà”: scriveva così Luigi Pirandello nel “Il fu Mattia Pascal” riferendosi alla fallimento della democrazia. Una democrazia che ancora oggi, sembra essere la pura facciata dei molti partiti politici che calcano la scena italiana.

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