Seria A- Delirio Samp. La Fiorentina è tanta roba mentre si blocca (ancora) l’Inter

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“Ma il Cielo è sempre più blu”… lo cantava l’indimenticato Rino Gaetano e lo canta la gradinata sud, a squarciagola, dopo che la Doria si è aggiudicata il 105esimo derby della lanterna. Poli, l’autorete di Bovo e Icardi hanno regalato il successo dopo sette sconfitte consecutive, una striscia che sembrava infinita e che stava per compromettere il rapporto tra Ferrara e la Samp. La situazione disastrosa delle due squadre ha dato così vita a un derby mortificato dalla classifica ma reso speciale da due gradinate che hanno dato spettacolo ben oltre il 90esimo. Entrambe, a prescindere dal risultato. Delneri con il derby fa cinque sconfitte consecutive, sei se contiamo l’ultima di De Canio. Un trend impietoso che fa sprofondare il grifone ultimo in classifica, con però la consapevolezza, almeno per quanto visto nella ripresa, di avere una squadra ancora viva, che lotta e che ha fatto di tutto per riprendere un derby ormai compromesso per merito della Samp e della sfortuna, è il caso dell’autogol di Bovo, che ha raddoppiato il primo gol in A di Poli. A riaccendere un minimo la speranza rossoblu è stato Immobile, al secondo gol consecutivo, poi l’amico di Messi, Icardi, sotto la Sud ha fatto esplodere il mondo blucerchiato, regalando a Ferrara la vittoria che sa di liberazione e di rinascita.

Anticipi col botto- Derby a parte il meglio della giornata è andato in scena negli anticipi di sabato. Tra Lazio e Juventus è stato il pareggio a farla da padrone, o meglio, è stato Federico Marchetti a dominare. Uno strapotere fisico del portiere biancazzurro frustrante per i bianconeri, che ci hanno provato in tutti i modi a batterlo, per info chiedere a Quagliarella a Giovinco o a Marchisio. La Lazio, dopo un derby vinto costruendo occasioni su occasioni, a Torino ha praticamente deciso di non offendere, il risultato da comunque ragione agli uomini di Petkovic, la prestazione forse meno. I problemi di Alessio invece sono sempre gli stessi: manca l’uomo della zampata finale. Giovinco costruisce ma poi raramente conclude, Quagliarella la zampata l’aveva anche trovata ma Marchetti ha compiuto l’intervento contro la fisica, le altre punte bianconere invece non sono state pervenute, anche se per Bendtner il tempo a disposizione è stato minimo. Sicuramente più spettacolare è stato Napoli – Milan. Mazzarri non l’avrà ancora digerita, la rimonta subita la dice tutta su quanto probabilmente neanche il Napoli è pronto per essere l’anti Juve. A firmare il vantaggio partenopeo è Inler, con la gentile collaborazione di Abbiati, il raddoppio è merito di Insigne. Va detto che nonostante il doppio svantaggio il Milan non stava comunque demeritando. Il Napoli, sempre con Insigne, fallisce il colpo del ko, El Shaarawy ringrazia e da il via alla rimonta. Il nono gol in campionato del capocannoniere non fa neanche più notizia, ancor di meno ne fa il decimo che nel secondo tempo blocca il punteggio sul 2 a 2. Non farà notizia ma è un gol comunque fondamentale per la stagione rossonera, che sarà probabilmente ancora ricca di alti e bassi, ma che fa uscire la squadra dal San Paolo con la convinzione di potersela lottare con tutti.

La cara vecchia domenica pomeriggio- Con due incontri programmati per sabato, uno per la domenica pomeriggio e uno per lunedì sera (Roma – Torino, per l’Olimpico destinato al rugby), domenica sono andati in scena i sei incontri rimanenti, con occhi puntati su Inter e sulla Fiorentina. C’è di che parlare. C’è da parlare di Montella che non sbaglia più un colpo, della sua viola che in due partite senza Jovetic segna sette gol; di Aquilani che tornato ormai a pieno regime dopo l’infortunio incanta; di Rodriguez che oltre a difendere non disdegna il gol; di Toni comprato all’ultimo, dopo lo sgarbo di Berbatov, che è giunto a quota quattro gol; di Pradè che ha messo su in un’estate una squadra competitiva cambiando tanto, segno che il cambiamento non sempre è sinonimo di tempi d’attesa snervanti per ambiente e tifosi, vedi Roma. Chissà se nella dirigenza, sempre della Roma, qualcuno avrà veramente capito del patrimonio che è sfuggito e che risponde al nome di Vincenzo Montella. Di Fiorentina – Atalanta è detto pressoché tutto. Rodriguez, doppietta di Aquilani e Toni i marcatori viola, Bonaventura, per il momentaneo 1 a 1, quello dell’Atalanta. Male De Marco e gli assistenti che convalidano il gol in fuorigioco dell’Atalanta, e sorvolano su una trattenuta ai danni di Rodriguez che era stretta parente di un rigore. Errori anche ai danni dell’Atalanta: l’espulsione di Cigarini è sembrata esagerata. Se Montella vola, Strama rallenta e dopo la vittoria allo JStadium comincia a volare basso. Sconfitto a Bergamo, bloccato sul pari da Cagliari, salvato da un autorete di Astori e espulso per aver protestato troppo per un rigore non concesso a Ranocchia proprio negli ultimi secondi dell’incontro. Rigore sacrosanto, che fa sprofondare l’Inter in un silenzio stampa di protesta, la paura di Moratti è quella di tornare in “situazioni come quelle del passato”. L’Inter comunque resta seconda a 4 punti dalla Juve, sciupando però l’occasione di avvicinarsi. Male Milito che sbaglia un gol sulla linea di porta. Menzione di merito va fatta per il Cagliari trasformato dalla coppia Pulga – Lopez e per Marco Sau, 25enne esploso nella Juve Stabia, arrivato al quarto gol in A.

Le altre- Festival del cartellino rosso in Bologna – Palermo. Il risultato del campo è 3 a 0 per il Bologna, quello dei rossi è 3 a 1 per il Palermo. Marcatori: Gilardino, Gabbiadini e Diamanti. Espulsi: Ujkani (P), Barreto (P) Taider (B) e Labrin (P). A Catania è uno strepitoso Almiron a proiettare i siciliani sesti in classifica. Doppietta per l’ex juventino, mentre per il Chievo, al 90esimo e solo per la gloria, ha segnato Andreolli. Il Siena si è imposto 1 a 0 contro il Pescara dell’ormai ex Stroppa. Il tecnico dei delfini si è dimesso dopo l’ennesima sconfitta meritata. Il Siena ha sbagliato di tutto e di più sotto porta, errori che stavano per compromettere la vittoria. Il rammarico per gli abruzzesi è per quel rigore fallito nel primo tempo, già sotto di un gol, da Vukusic. Può recriminare anche Guidolin, la sua Udinese si è fatta riprendere due volte. Al solito Di Natale ha risposto Marchionni, a Pereyra invece ha risposto al 90esimo il redivivo Palladino.

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