Accordo Inter – Cina: tutto saltato?

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di Cristiano Checchi

Anche la Cina è diventato ormai un paese pallonaro, calcisticamente parlando. E così, il Paese che domina le Olimpiadi, prova a entrare nel mondo dello sport tradizionalmente europeo e sudamericano.

Cina e Italia– Qualche settimana fa Marcello Lippi festeggiava il suo primo scudetto in oriente. Ma Cina e Italia erano destinati a incontrarsi molto prima, ad agosto per la precisione. Sì, perché ad agosto tra l’Inter di Moratti, alcuni imprenditori cinesi e la China Railway Construction Corporation sembrava essere scoccata la scintilla. Tutto sembrava pronto l’acquisto del 15% (55 miloni) dell’Inter da parte dei cinesi e per dare poi il via al progetto del nuovo stadio. Tutto sembrava quindi fatto nonostante le difficoltà iniziali, che vedevano la legge cinese vietare gli’investimenti di aziende pubbliche con società private estere. Tutto superato però e a ottobre era attesa la conferma ufficiale. Ma mentre si attendeva l’ingresso dei tre nuovi membri nel Cda neroazzurro, è arrivata la notizia del prolungamento dei tempi: non più ottobre ma fine anno.

Tutto saltato?– Non si può ovviamente darlo per certo, ma adesso lo sbarco del cinesi sembra più lontano, nonostante la secca smentita da fonti vicine all’Inter e la sicurezza del presidente Moratti che tutto andrà in porto. Ma quale potrebbe essere il problema? Cosa sembra abbia fatto cambiare idea ai potenziali investitori? A bloccare tutto sembra essere la paura della burocrazia italiana. A spaventare gli investitori sarebbero quindi i tempi troppo lunghi che ci sono in Italia per la costruzione di uno stadio (l’unica ad esserci riuscita è la Juventus). Il compito della China Railway Construction Corporation sarebbe, infatti, proprio quello di costruire il nuovo impianto, ma adesso i cinesi sembrano spaventati dal tempo che ci vorrebbe per dare il via ai lavori. Non solo la burocrazia, anche la pubblicità data alla trattativa da parte della sponda interista sembra aver infastidito i potenziali investitori. Non solo colpe italiane però. Anzi sembrano essere forti anche le difficoltà burocratiche cinesi. Per l’ok definitivo in Cina ne occorrono prima altri cinque, quello del Ministero del commercio, Ufficio cambi, National Development and Reform Commission, Sasac e Consob locale. Approvazioni che sembrano quindi tardare ad arrivare, anche grazie alla pressione della stampa cinese che è contraria all’operazione. La situazione è comunque ancora in divenire: l’Inter ha dalla sua le carte che parlano di accordo già firmato, non si escludono quindi opzioni legali da intraprendere nel caso di una fumata nera dalla Cina.

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