Cgil in piazza contro la precarietà: «Governo, dov’è l’universalità di cui parli?»
di Chiara Baldi
«Precarietà, l’unico taglio giusto». Con questo slogan è scesa in piazza, giovedì scorso, la Cgil contro il ddl Fornero in materia di lavoro e in approvazione al Senato. Con il sindacato, tanti precari: il Comitato “Il nostro tempo è adesso”, il Coordinamento nazionale degli ex somministrati Inps di NidiL Cgil, Errori di stampa (giornalisti precari romani) e giornalisti freelance e precari italiani, l’associazione VI Piano – praticanti e giovani avvocati, l’associazione nazionale archeologi, l’unione degli universitari e rete degli studenti medi, l’associazione “Iva sei Partita”, il Coordinamento “Appigli precari”, i Giovani Democratici, l’Arci, i Giovani Comunisti e Tilt. Insieme per dire a Fornero e Monti che per far ripartire il Paese serve un solo taglio: quello alla precarietà.
A Roma è iniziata a piazza del Pantheon alle 17 con una lezione di Salvatore Monni, docente di Economia all’Università Roma Tre, che ha illustrato le pecche del ddl Fornero, nonostante gli emendamenti al voto (anche grazie all’appoggio del Pd e di alcuni suoi esponenti, come Tiziano Treu, lo stesso che nel 1997 dette il nome al “Pacchetto Treu”, primo passo verso un mercato del lavoro precario, più che flessibile). La manifestazione, però, ha preso vita dalle 18, quando sul palco sono arrivati gruppi musicali e Francesca Fornario, presentatrice dell’iniziativa. Nelle due ore successive si sono avvicendati lavoratori appartententi a diversi settori: dalla sanità all’istruzione, passando per spettacolo e cultura. Tutti precari, con contratti senza garanzie e stipendi da fame. Tutti a chiedere un ddl più incisivo, che elimini molte delle 46 tipologie contrattuali esistenti.
A concludere, Susanna Camusso. «Qualcuno ha deciso di tener fuori i giovani. Non c’è una scelta netta a ridurre la precarietà: è questo il problema che abbiamo con il ddl», ha tuonato il Segretario Nazionale. E ha precisato: «siamo animati dall’idea che il cambiamento sia progressivo: ma deve essere chiaro che quando si finisce questa discussione c’è qualche forma di lavoro in meno». Camusso si è schierata dalla parte dei lavoratori precari a cui non viene riconosciuto il lavoro svolto, quegli stessi lavoratori la cui condizione dovrebbe invece diventare «normale»: «questo progetto di legge, coi suoi emendamenti, invece, non lo rende possibile. Se tutto rimane uguale, non c’è alcun cambiamento». Il Governo – dice Camusso – non ha rispettato l’idea originaria del ddl, e cioè la volontà di «modificare le forme e contrastarne l’abuso»: si parla delle Partite Iva, tipologia molto utilizzata e di cui è bene distinguere «quelle vere da quelle false». Ci sono infatti lavoratori subordinati mascherati da Partita Iva ed è per questo che la Cgil chiede non tanto l’abolizione in tronco di questa tipologia, quanto una regolamentazione della stessa, basata proprio su una netta separazione tra chi è davvero un contrattualizzato Partita Iva (e quindi, spesso, un professionista) e chi invece è un semplice lavoratore subordinato.
Il Segretario ha parlato poi della crisi, “scusa” usata spesso per legittimare riforme come quella dell’art. 18: «la crisi c’è anche perché si è estesa la precarietà e si è svalorizzato il lavoro. Se si vuole dare una risposta ai tanti precari giovani e meno giovani, bisogna smetterla di dire che queste riforme sono quelle che porteranno la crescita. Queste riforme non porteranno alcun posto di lavoro in più, anzi, c’è il rischio che ne portino in meno. Vogliamo creare occupazione, fare uno straordinario piano del lavoro. Continueremo a dire che la 188 (la legge contro le dimissioni in bianco, ndr) funzionava, e che il meccanismo di ora non funziona. Le dimissioni in bianco non ci devono essere!».
Infine, gli ammortizzatori sociali: «non vediamo una mediazione che vada incontro alle tante esigenze che i precari hanno sostenuto e rivendicato. Se rimane così il ddl, non un solo lavoratore precario potrà accedere agli ammortizzatori sociali. E allora dov’è l’universalità di cui parla il Governo?».
Foto di copertina: http://www.flcgil.it/pictures/20120504/giornata-contro-la-precarieta.gif
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