Taranto, nasce ArcheoTower e la cultura torna protagonista

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di Pierfrancesco Demilito

Un sindaco che la città di Taranto dimenticherà difficilmente è Rossana Di Bello, la prima donna a sedere sullo scranno di primo cittadino della città dei due mari. La sua “era” è iniziata il 30 aprile del 2000 e si è conclusa drammaticamente nel 2006, dopo la rielezione ottenuta nel 2005. Negli anni in cui ha governato la città, si ricordano numerose opere realizzate con fondi europei, ma di poche Taranto sentiva realmente la necessità. Fontane che realizzavano giochi d’acqua in Mar Grande, lampade colorate che illuminavano il Palazzo di Città, e l’Archeo Tower. Quest’ultimo, nonostante il nome altisonante, altro non è che un punto informazione all’interno di un grande parco archeologico che custodisce le antiche mura greche della città, oltre 20 mila metri quadrati di prato, alberi, fontane e percorsi pedonali. Tutto inaugurato in fretta e furia nel 2005 in piena campagna elettorale, competizione che la Di Bello vinse a mani basse. Nonostante la schiacciante vittoria, il 18 febbraio 2006 Rossana Di Bello, in seguito alla condanna a un anno e quattro mesi per abuso d’ufficio e falso ideologico, si dimette da sindaco di Taranto. Più avanti la Di Bello verrà assolta da quell’accusa, ma la città, intanto, viene affidata al commissario straordinario Tommaso Blonda, il quale, poco dopo essersi insediato, dichiara ufficialmente il dissesto finanziario del Comune di Taranto, scoprendo una passività di 357 milioni di euro.

I 98 mq della sala ristoro dell’Archeo Tower, il suo solarium, la terrazza belvedere e l’ampio parco vengono abbandonati al loro destino. Un destino che è cambiato lo scorso 16 marzo, quando i ragazzi che già in passato avevano occupato l’ex scuola Martellotta, dando vita al Clororosso, sono entrati nello stabile. E proprio la delusione nata dal tradimento del protocollo d’intesa relativo al futuro del Clororosso, firmato con l’amministrazione comunale, ha portato questi ragazzi a occupare l’edificio all’interno del parco archeologico. Il 5 gennaio del 2011, infatti, firmano un documento in cui, a fronte dello sgombero dell’ex scuola Martellotta, il comune si impegnava ad individuare una sede alternativa per gli attivisti, in attesa del completamento dei lavori di messa in sicurezza della Martellotta. Ma i lavori non sono ancora iniziati e la sede provvisoria non è mai stata individuata. «In risposta alle inadempienze dell’amministrazione comunale – si legge sulla pagina Facebook degli attivisti –in merito alla riapertura dell’ex scuola Martellotta, abbiamo riaperto la struttura dell’ArcheoTower presso il Parco archeologico di Via Venezia».

E questi ragazzi, che con le mani in mano proprio non ci sanno stare, non sono riusciti a limitarsi a entrare nello stabile, ma una volta dentro si sono messi immediatamente a lavoro. E così quello che era un luogo abbandonato, rifugio di teppisti e tossicodipendenti, è tornato ad essere un luogo a disposizione del quartiere. Le pareti, ricoperte da scritte e dalla fuliggine sollevata dai falò accesi all’interno dello stabile, sono state rimbiancate, le tantissime siringhe abbandonate dai tossicodipendenti e i numerosi rifiuti accumulatisi nel corso degli anni sono stati raccolti e smaltiti, i pavimenti e le terrazze ripulite da capo a piede. Nel vialetto d’accesso i ragazzi hanno addirittura iniziato a costruire un mosaico. E nell’Archeo Tower, abbandonato da ormai sette anni, sono arrivate conferenze, assemblee, incontri, mostre fotografiche ed estemporanee di pittura. Quello che era stato pensato per essere un cardine culturale della città è tornato ad animarsi. Ora a questi ragazzi non resta che sperare che il prossimo primo cittadino rispetti il protocollo d’intesa firmato lo scorso 2011. Loro hanno dimostrato di meritarsi uno spazio in questa città

Le foto della gallery sono state scattate dai ragazzi di ArcheoTower

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