Rifiuti urbani, presentato il III Rapporto sul recupero energetico

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di Roberto D’Amico

Il 12 aprile scorso, Federambiente ed ENEA, hanno presentato la terza edizione del Rapporto sul recupero energetico da rifiuti urbani in Italia che fornisce una fotografia aggiornata e dinamica del sistema industriale di valorizzazione energetica dei rifiuti urbani nel nostro Paese.
Il terzo Rapporto mostra una tendenza in continua evoluzione e crescita del sistema impiantistico di recupero energetico, il cui ruolo è ormai indispensabile per una piena attuazione di un sistema di gestione integrata dei rifiuti urbani e allo sviluppo del quale sono associati anche benefici ambientali. Il parco impiantistico nazionale è in linea, se non addirittura all’avanguardia, con le realtà più avanzate a livello europeo, in particolar modo per ciò che concerne le tecniche adottate e le prestazioni conseguite in campo ambientale. La ricerca effettua un’analisi dei dati tecnici di progetto ed esercizio caratteristici dell’impiantistica nazionale, fornendo informazioni puntuali in merito alla gestione dei rifiuti urbani e mettendo in luce l’evoluzione del settore nel breve periodo, sia in termini di dotazione e caratteristiche del parco impiantistico, sia di nuove tecnologie o tecniche via via adottate.

UN PO’ DI NUMERI – Ecco un po’ di dati presenti nel Rapporto, utili per far capire quale sia la situazione nel nostro Paese. Al 31 dicembre 2010 c’erano in Italia 53 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (50 dei quali effettivamente operativi nel corso del 2010), dotati di 102 linee e di una capacità complessiva di trattamento pari a 7.123.316 tonnellate/anno (21.693 tonnellate/giorno), con una capacità termica di 2.925 Megawatt e una potenza elettrica installata di 783 Megawatt. 3 impianti sono in grado di trattare meno di 100 tonnellate/giorno, 24 si collocano fra 100 e 300 tonnellate giorno, 17 fra 300 e 600 e solo 6 (che però rappresentano da soli il 39,7% della capacità complessiva) superano le 600 tonnellate/giorno. Solo 2 impianti (a Rufina, in provincia di Firenze, e a Messina) su 53 si limitano a bruciare i rifiuti senza recuperare energia, ma per ambedue è prevista la trasformazione in termovalorizzatori. 29 impianti (con 59 linee) sono nelle regioni del Nord, 15 (23 linee) in quelle del Centro e 9 (20 linee) in quelle del Sud e Isole. Complessivamente, nel corso del 2009 è stato inviato a incenerimento il 12,7% dei rifiuti urbani raccolti in  Italia. Il 47,8% dei rifiuti trattati è rappresentato da rifiuti urbani indifferenziati; il 34,2% da frazione secca e CDR (combustibile derivato dai rifiuti); il 18,0% da rifiuti speciali e sanitari. Si stima inoltre che dal 2004 al 2010 la produzione d’elettricità dei termovalorizzatori è passata da 2.436 a 3.887 GWh; nello stesso periodo la produzione d’energia termica è cresciuta da 560 a 1.212 GWh.

IL CONTESTO EUROPEO – Ma dove si colloca l’Italia nello scenario europeo? L’analisi dei dati sulla gestione dei rifiuti urbani nei 27 Paesi dell’Unione più Svizzera, Norvegia e Islanda mostra che l’Italia, con 541,3 kg/anno pro capite, si colloca lievemente al di sopra della media europea, che è pari a 512,3 kg. A livello comunitario il 40% dei rifiuti viene riciclato o compostato, il 20% è avviato a incenerimento e il 37% viene smaltito in discarica. Le differenze tra paese e paese sono molto ampie: in Germania, Austria, Paesi Bassi, Danimarca, Belgio e Svezia prevalgono il riciclaggio e il recupero d’energia, con un ricorso alla discarica che va dallo 0,3% della Germania al 5,1% del Belgio, mentre all’opposto Bulgaria, Lettonia, Lituania e Malta avviano a discarica oltre il 90% dei loro rifiuti. L’Italia, con il 49,1%, si colloca nettamente al di sopra della media UE (37,3%). Fuori dell’Unione, la Svizzera ha già centrato l’obiettivo della completa abolizione della discarica. Complessivamente, nei 30 Paesi esaminati, esistono 446 impianti d’incenerimento dei rifiuti urbani (398 nell’UE27) che nel 2009 hanno trattato 69,7 milioni di tonnellate (65,1 nell’UE27).

GLI SVILUPPI FUTURI – Entro il 2014 è previsto un  significativo incremento della capacità complessiva di trattamento e del relativo recupero energetico. Ciò per effetto della ristrutturazione e l’ampliamento di alcuni impianti, in particolare Modena, Roma e S. Vittore (FR), e la costruzione di nuovi impianti (Torino, Bolzano, Parma, Albano, Manfredonia, Modugno, Gioia Tauro).

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