Legambiente: l’Italia dei “Comuni 100% Rinnovabili”

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di Lucia Varasano

Un nuovo modello energetico italiano, è quello immortalato da Legambiente nel Rapporto “Comuni Rinnovabili 2012”, cambiato sotto la spinta delle energie pulite e della generazione distribuita. Quello costruito fino a qualche anno fa e legato alle fonti fossili, agli oligopoli, sembra solo un brutto ricordo, a fronte dei 400mila impianti da fonti rinnovabili dislocati su tutta la penisola (nel 95% dei Comuni). Dal solare all’eolico, dalle biomasse alla geotermia, all’idroelettrico, cresce la produzione di energia pulita che ha contribuito lo scorso anno per quasi il 27% dei consumi elettrici e per il 14% dei consumi complessivi. Tante le realtà locali a soddisfare il 100% del loro fabbisogno energetico (trasporti esclusi) grazie alle fonti pulite con 7837 Comuni del solare, 450 dell’eolico, 1021 del mini idroelettrico, 334 della geotermia, 1248 della bioenergie.

Crescono le rinnovabili, dunque, si riduce la produzione dagli impianti termoelettrici più inquinanti ma, mentre si afferma il nuovo modello, quello vecchio fa fatica ad abbandonarci. Nonostante siano diminuite le importazioni di fonti fossili, in particolare petrolio e gas, con una conseguente diminuzione delle emissioni di CO2 e della dipendenza dall’estero negli approvvigionamenti, nel settore dei trasporti il petrolio detiene ancora un peso enorme. Per arrivare alla completa autonomia energetica è necessario che ogni Comune trovi il proprio modello in base alle caratteristiche del territorio e sfruttando il mix più efficiente di fonti. Al cambiare del modello, andrebbe riformato l’intero sistema su cui poggia: «È una sfida per i singoli cittadini, per il governo ma anche per le imprese» afferma il Presidente di Legambiente Vittorio Cogliati Dezza, e ciò significa in sostanza una “riorganizzazione dei grandi players sul campo energetico”.

Il 7° Rapporto di Legambiente, realizzato con il contributo del Gestore dei Servizi Energetici (GSE) e Sorgenia, arriva in un momento abbastanza difficile per il futuro del settore. La recessione economica, l’orientamento del Governo e i tagli potrebbero infatti affossare un intero comparto, nonostante molti vedano nella green economy una delle chiavi per uscire dalla crisi.

Tra gli effetti positivi, il nuovo modello energetico italiano, ha anche il merito di aver creato nuovi posti di lavoro nel settore, ed altri se ne potrebbero creare in particolare nella riqualificazione in edilizia. A questo proposito, evidenzia il vicepresidente di Legambiente Edoardo Zanchini: «Bisognerebbe rendere le linee guida del Governo vincolanti per le regioni, approvando decreti attuativi con gli incentivi per le rinnovabili termiche ed elettriche (fotovoltaico escluso) previsti dal Decreto Legislativo 28/201premiando la riduzione dei consumi elettrici, l’introduzione della certificazione energetica che fissi la classe energetica dell’edificio in funzione alle prestazioni. Riqualificando il patrimonio edilizio esistente e stabilendo uno standard di efficienza energetica minimo obbligatorio di classe A».

CLINI: “RIVEDERE IL PIANO ENERGETICO NAZIONALE E RINNOVABILI» – «Un modello basato sulla generazione distribuita in cui c’è poco spazio per altre grandi centrali termoelettriche, è questo il modello su cui vogliamo puntare nella revisione dei decreti in preparazione del Quinto Conto Energia» – assicura il Ministro dell’Ambiente Corrado Clini e – aggiunge “è quello viene fuori anche dalle indicazioni della direttiva europea sull’ efficienza energetica che è in fase di approvazione nel Parlamento europeo che prevede che gli stati membri entro il 2013 preparino i programmi nazionali per sostenere modelli energetici efficienti nei sistemi urbani e che lega l’ efficienza energetica alla visione delle smart grids e alla generazione distribuita».

I COMUNI PREMIATI – Il Rapporto è un racconto dettagliato dei 23 Comuni italiani 100% rinnovabili, in cui tutti i fabbisogni, elettrici e termici, dei cittadini sono soddisfatti da un mix di impianti diversi da rinnovabili e impianti a biomasse allacciati a reti di teleriscaldamento. La classifica non premia la produzione assoluta ma i Comuni che rappresentano oggi il miglior esempio di innovazione energetica ed ambientale muovendo il più efficace mix delle diverse fonti. Il riconoscimento per i migliori Comuni Rinnovabili intitolato a Maurizio Caranza, pioniere delle fonti rinnovabili, scomparso 5 anni fa. Varna (BZ), si aggiudica il premio di Comune 100% rinnovabile, con il suo mix di cinque impianti diversi che coprono l’intero fabbisogno energetico delle proprie famiglie. Nell’ ambito delle bioenergie spetta invece a Vicchio (FI) per il suo progetto di impianto a biomassa forestale. Mentre per il fotovoltaico è la Provincia di Roma a prendere in consegna il terzo premio, per gli investimenti nell’energia solare e il miglioramento dell’ efficienza energetica degli edifici scolastici.

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