“Niente di serio”e la musica underground del nuovo album dei Diaframma

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di Lucia Varasano

“Niente di serio” da ascoltare come si ascolterebbe un disco pop. Ma di pop c’è ben poco nel nuovo lavoro dei Diaframma che arriva a tre anni di distanza dall’ album “Difficile da trovare” e dal primo disco dal vivo“Live 09-04-2011”. La band fiorentina con la sua attuale line-up – Luca Cantasano al basso e Lorenzo Moretto alla batteria- torna trainata come non mai da uno straripante e irriducibile Fiumani e contando sulla partecipazione straordinaria di Gianluca De Rubertis de “Il Genio”.

Dodici brani per circa 46 minuti di rock in sonorità new wave e brit– le stesse che avevano decretato il successo della band a cavallo tra gli anni ’70 e ’80- sospesi tra le righe poetiche e catartiche calcate su foglio bianco da Federcio Fiumani, il perno dell’ inquieta formazione. D’ altronde è l’ unico membro ancora in auge e icona del rock cantautorato italiano, nonostante la parentesi aperta sotto l’ etichetta Ricordi, chiusa con il rifiuto di Fiumani a partecipare a Sanremo con un pezzo commerciale, il ritorno al circuito indipendente con “Anni Luce” nel ’92 e la creazione dell’ etichetta Diaframma Records. I suoi testi, le sue poesie gli hanno valso l’ appellativo di caposcuola del neosensibilismo, un modo estremo di vivere senza pelle, dilaniato dalle contraddizioni e dominato da sensazioni contrastanti. “Niente di serio” è il mondo di Fiumani, espressioni del male di vivere che s’ intersecano davanti ai suoi occhi per poi esplodere nei suoi testi sempre carichi di pathos.

Anche se la maggior parte dei brani del nuovo disco possono essere assorbiti nel quadro del cantautorato maturo e ricco di spunti intimistici, come “Madre Superiora”, “Grande come l’ oceano” e “Tempesta nel mio cuore”– cui protagoniste sono le donne e la trasformazione del movimento femminista- in alcuni c’è un forte ritorno alla new wave, confermato dalla stessa registrazione del disco presso lo storico Studio Emme di Calenzano, luogo simbolo del rock italiano. La band mostra di saper fare ancora pezzi forti e tirati dall’ inizio alla fine, come la come “La botta di energia del rock”, una denuncia volendo, di un rock che ha perso la sua voglia di libertà e la carica eversiva. Il linguaggio è provocatore, schietto e imbarazzante, emblematico lo “sperma nell’ occhio” in “Entropia” che si mescola ad una deflagrante ironia, “cara entropia portami via”, una richiesta d’ aiuto, di farsi risucchiare dal caos.

Un ascolto senza tempo che ci proietta in una città vuota di rabbia e di tormento in “Absurdo Metalvox”, evocativa “lontano dal fighettame” che racchiude in sè il disadattamento e l’ anticonformismo di quegli anni. Siamo nella Firenze dell’ 86, la fine della new wave, l’ album “Siberia” veniva benedetto dall’ immortalità e “Amsterdam” che aveva sancito lo sposalizio perfetto tra Diaframma e Litfiba, stava per diventare solo il ricordo di un’ epoca vissuta spalla a spalla. Da lì a poco il gruppo guidato da Piero Pelù si sarebbe spostato su un power pop commerciale, mentre i Diaframma avrebbero optato per un post punk anticommerciale.

“Niente di serio” è il ritorno alla consacrazione, alla dimensione tribale della musica ruvida e schietta che fa dell’ album uno dei migliori di sempre.

 Fonte foto: http://www.flickr.com/photos/zakmc/5235010857/

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