“Settimana europea per la riduzione dei rifiuti”. Intervista agli organizzatori

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di Sabrina Ferri

Si è tenuta dal 19 al 27 novembre 2011 la terza edizione della “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti”, una campagna di comunicazione ambientale promossa dall’Unione Europea e volta a diffondere in tutti gli stati membri una maggiore consapevolezza sulle quantità eccessive di rifiuti prodotti e sulla necessità di ridurli drasticamente. Basti pensare che oggi, secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Ispra, sarebbero poco meno di 32 milioni di tonnellate i rifiuti urbani prodotti in Italia, ovvero più di 530 chili per abitante all’anno. Cifre da capogiro che, mettendo a nudo una drammatica realtà, porterebbero inevitabilmente, ancora una volta, a porre l’attenzione sul precario rapporto uomo-ambiente.

Da qui l’urgenza di insegnare ai cittadini a produrre di meno. Il decalogo per la  riduzione dei rifiuti, pubblicato sul sito della Provincia di Roma, offre preziosi consigli: bere l’acqua del rubinetto, sostituire buste di plastica per la spesa con buste riutilizzabili, stampare fronte-retro e acquistare, ove possibile, prodotti sfusi “alla spina”.

L’edizione 2011 si è conclusa con grande successo. Più di 7000 le azioni convalidate in tutta Europa improntate alla sostenibilità ambientale e alle pratiche “virtuose” nel campo della riduzione dei rifiuti. Tantissimi i soggetti coinvolti in qualità di Project Developer.

Mediapolitika ha fatto alcune domande a Francesca Morra e Rosa Puig Morè, della Segreteria organizzativa per la “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti”, e Roberto Cavallo, presidente AICA nonché autore del libro Meno 100 chili: Ricette per la dieta della nostra pattumiera, Edizioni Ambiente.

Terza edizione della “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti”. Com’è cambiato in tre anni il rapporto tra cittadini e produzione dei rifiuti? C’è oggi un approccio più consapevole alla tematica rispetto al passato?

Registriamo una rinnovata sensibilità verso il tema della prevenzione dei rifiuti. È troppo presto tirare delle somme e per dire se si tratta di un consapevole cambio di comportamento o un effetto domino dovuto ad una positiva contaminazione reciproca di tipo culturale.

Certo i dati della sola “Settimana Europea” ci dicono che dall’edizione pilota in cui si misero in campo 120 azioni, alle prime due edizioni con 420 e 580 azioni, all’edizione del 2011 con le sue 950 azioni l’adesione e la partecipazione è notevolmente aumentata.

Il prossimo passo dovrà essere quello di far entrare la prevenzione davvero nella programmazione territoriale di Comuni, Province e Regioni, anche per incidere sui circuiti di raccolta e smaltimento dei rifiuti così da rendere il tutto più efficiente e dunque meno costoso.

Perché è importante ridurre la produzione di rifiuti? Quali sono i rischi derivanti da una produzione eccessiva?

Ridurre i rifiuti vuol dire essenzialmente un uso più efficiente delle risorse naturali, dei fossili e delle rinnovabili. Poi vuol dire anche aumentare la vita utile di prodotti e materiali, cioè garantire una maggiore efficienza nell’uso di materiali con minor consumo energetico. Infine, ridurre i rifiuti vuole anche dire ridurre la necessità di impianti di smaltimento, con conseguenze benefiche sull’ambiente e sui costi

Quale obiettivo vuole porsi la “Settimana Europea per la Riduzione dei Rifiuti”? In che modo educare i cittadini a produrre di meno?

Innanzitutto vuole promuovere azioni concrete per la riduzione dei rifiuti in tutta Europa, poi vuole accrescere la consapevolezza di tutti i cittadini europei in merito alle possibili strategie di riduzione e quindi sulle politiche europee e nazionali in materia ambientale. Infine, ponendo l’attenzione su esempi virtuosi di riduzione dei rifiuti, si vuole anche sottolineare le connessioni esistenti tra questa riduzione, lo sviluppo sostenibile e i cambiamenti climatici. I cittadini vengono quindi chiamati a impegnarsi per una settimana ad attuare comportamenti sostenibili di riduzione dei rifiuti sensibilizzando più popolazione possibile.

Diverse le iniziative organizzate sul territorio nazionale. Quali le più interessanti?

Tra le 960 azioni validate, più della metà sono arrivate dalla Pubblica Amministrazione, circa il 16% dalle categorie Associazioni e circa il 20% dalle il rimanente dalle Scuole e da altri soggetti. Per esempio, in Emilia Romagna, con il Progetto RAEE, i detenuti delle case circondariali di Bologna, Ferrara e Forli-Cesena sono stati protagonisti del recupero di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche.

A supporto della riduzione viene anche la tecnologia: cinque aziende agricole pugliesi sperimenteranno l’utilizzo del sistema QR code, il codice a barre informativo a lettura ottica, sulle etichette presenti sulle bottiglie di olio extravergine di oliva con l’obiettivo di risparmiare sul consumo di carta. Altre iniziative interessanti si sono avute in Piemonte, come ad esempio “Cucinare con gli avanzi” che ha visto l’organizzazione di un laboratorio di cucina che si prodigato a cucinare una cena fatta, appunto, di soli avanzi.

Si parla di cinque azioni europee comuni. Quali sono e perché proprio queste cinque?

Le azioni comuni proposte dalla segreteria europea per quest’edizione 2011 sono la riduzione dei rifiuti cartacei; la riduzione dei rifiuti da cibo; il ripara/riutilizza, volto al monitoraggio dei rifiuti; la riduzione dei rifiuti dovuti all’eccesso di imballaggi e infine la Clean-up day. Sono cinque azioni su cinque grandi temi simbolici, con l’obiettivo di concentrarsi su finalità generali, ma facilmente attuabili in diverse realtà, come la scuola, l’amministrazione pubblica, l’impresa o anche a livello domestico

Come sarebbe un futuro con meno rifiuti in Europa?

L’Europa, come l’Italia, è un’area del mondo relativamente povera di materie prime, sovrappopolata e con pochi spazi a disposizione, il che fa si che si debbano importare gran parte delle materie prime e per questo è assolutamente d’obbligo incrementare il riciclo, non ci sono spazi per costruire altre discariche o inceneritori, salvo compromettere aree fondamentali ad esempio per la coltivazione. Produrre meno rifiuti significa essere più efficienti, riutilizzando e limitando i trasporti, è l’unica via per un’Europa “competitiva”.

Ci sarà anche una quarta edizione della Settimana Europea?

Pensiamo proprio di sì. In questo momento molti Stati e Regioni d’Europa sono fermamente decisi a proseguire l’appuntamento.

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