Giulio Terzi on Twitter: il ministro che “cinguetta”

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di Pierfrancesco Demilito

Cinguettare è una parola onomatopeica che fa riferimento al canto di alcuni uccelli. Ma sempre più spesso, ormai, il termine cinguettare viene utilizzato per riferirsi ad alcuni brevi messaggi (140 caratteri al massimo) pubblicati sul social network Twitter. E così al giorno d’oggi cinguettano giornalisti e conduttori tv ma anche politici e ministri. Ormai sempre più spesso la cronaca politica passa attraverso i social network.

Qualche settimana fa, ad esempio, il racconto della crisi politica che stava vivendo il Governo Berlusconi è passato attraverso i post pubblicati dal vicedirettore di Libero, Franco Bechis. Il cronista, infatti, fu il primo a parlare delle possibili dimissioni del Presidente del Consiglio. In un tweet postato il 7 novembre scorso Bechis scrisse “fra stasera e domani Berlusconi si dimette”. Ma chi di social network ferisce di social network perisce e così la replica di Berlusconi arrivò dalla sua pagina ufficiale di Facebook: “le voci di dimissioni sono destituite di fondamento”. Bechis, però, ha cercato l’onore delle armi pubblicando su Twitter la registrazione delle telefonata avvenuta tra lui e il sottosegretario Guido Crosetto, in cui il politico confermava al giornalista le imminenti dimissioni.

Il Governo Berlusconi oggi non c’è più, al suo posto c’è un esecutivo di tecnici guidato dal professor Mario Monti ma la passione per i social network è rimasta invariata, se non accresciuta, anche con i nuovi ministri. E così Giulio Terzi, ex ambasciatore negli Stati Uniti e neo Ministro degli Esteri, non ha resistito alla tentazione di Twitter. Dal social network il ministro risponde ai cittadini, racconta i suoi appuntamenti  e commenta la situazione politica internazionale. In un recente cinguettio, ad esempio, ha espresso forte vicinanza al popolo palestinese, dicendosi certo che la pace debba passare attraverso i negoziati; in un altro, invece, si è detto preoccupato per la situazione in Egitto, precisando: “l’Italia rispetta il processo politico in atto ma non si prescinda dal rispetto dei diritti umani”.

Insomma, per sapere cosa pensa il Ministro non abbiamo più bisogno dei comunicati della Farnesina, ci basterà visionare il suo profilo su Twitter.

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