Viaggio nell’islam moderato: il Marocco

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DSCN0145Marocco – A poche ore di volo dall’Italia. Un Paese dalla forte fede islamica moderata. Che li fa essere fieri e dignitosi nel loro modo di comportarsi. Ma contemporaneamente aperti all’Europa e all’economia globalizzata. Città caotiche. Ed oasi verdeggianti. Ma anche assolato deserto e paesaggi mozzafiato. Cibi e spezie di tutti i tipi. E per tutti i palati. Per un turista che non teme sporcizia e povertà. E che vuole capire, oltre ai retaggi coloniali, la cultura islamica.

Voce ai marocchini – “I turisti stanno diminuendo. Chiaramente. A causa dei fatti della Tunisia. E cambiano mete. Pensano che anche qui c’è l’isis. Ma noi siamo moderati. Noi non siamo integralisti. Anzi. Tantissima la polizia che abbiamo, oggi, in strada. Perché? Perché noi siamo la porta d’Europa per l’isis. E dobbiamo stare attenti anche per tutti voi. Venite come turisti. Senza paura. Venite a visitare il nostro Paese, pieno di contrasti. E anche il nostro giardino nascosto che voi chiamate deserto”.

Cibi e bevande – Non servono vaccinazioni. Ma comunque è un Paese africano. Occorre prestare massima attenzione. Basta nulla per diventare dissenterici. Ma al cuscus di verdure e all’agnello arrostito e servito a quarti proprio non si può rinunciare. Come pure al rito del tè, alla menta, dopo pranzo o in qualsiasi altro momento della giornata. Non se ne può bere meno di una tazza al giorno. Anche perché aiuta. Viste le temperature.

Fes e Marrakech – Nelle strette putride viuzze delle medine, ceramiche, stoffe e pelletterie si affastellano. Cibi e spezie investono occhi e naso, fagocitandoli, con i loro policromi colori e odori. Puoi trovare qui mille e più arti e mestieri dalle nostre parti ormai dimenticati. Sono qui, quasi fosse un magico anacronismo. Le donne, tutte rigorosamente velate, per strada, fanno spesa. Trattano per comprare ogni singola cosa, con pazienza infinita. Una pazienza che noi, occidentali, non abbiamo mai avuto e non potremmo mai avere.

Oasi e Deserto – Non c’è pressoché nulla. Se non palme. I datteri diventano cibo ipercalorico. E le loro foglie origami, a forma di cammello, per i turisti. E poi il loro verde, brillantissimo. Si staglia contro un cielo blu, intenso, mai visto. Le case rosse, di sabbia e paglia battute. Unico riparo dal sole. Che batte, cocente, senza pietà alcuna. E, poi, lui, il vero padrone: il silenzio. Assordante. Che ti fa parlare sotto voce. Che ti fa sentire d’esser di troppo. Di disturbo.

(di Eloisa De Felice)

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