Nadal contro Federer, di nuovo insieme

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di Cristiano Checchi

Ed è passata così, nella nottata italiana (serata in California), la sfida più attesa, quella più idealizzata, una di quelle su cui si potranno scrivere libri per i prossimi 20 o 30 anni. Siamo a Indian Wells, in palio la semifinale del primo master 1000 dell’anno. Roger è numero 2 del mondo, Rafa il 5, stavolta nessuna semifinale o finale, sono solo i quarti di finale il palcoscenico del loro ennesimo incontro; è solo la seconda volta che i due non si giocano l’accesso a una finale o il titolo stesso. È quindi una sfida inedita e lo sono anche le condizioni in cui si disputa. Rafa è al rientro dall’ormai famosissimo stop e al primo torneo sul cemento dopo quasi anno, più o meno lo stesso tempo trascorso dall’ultimo incontro contro Federer, proprio a Indian Wells nella passata edizione, era un semifinale la vinse Federer. Roger dal canto suo non ha brillato nell’inizio di stagione e ad aggravare la situazione nel complicato torneo californiano ci si è messa anche la schiena. Le premesse non erano quindi le migliori, ma tutto questo non contava più di tanto perché per la 29esima volta era Federer contro Nadal (18-10 i precedenti per lo spagnolo)

Due modi di giocare agli antipodi, caratteristiche tecniche e tattiche per niente speculari, due filosofie di gioco troppo lontane che hanno animato dibattiti senza capo e ne coda, ognuno pronto a schierarsi dalla parte di chi meglio rappresenta il proprio modo di intendere il tennis.

Tutto questo ha fatto da contorno a una sfida che per ovvi motivi non poteva offrire troppi spunti su cui ricamare sopra i commenti all’ennesima grande sfida. Non ci si aspettava di certo di vivere sfide epiche come Roma 2006 (vittria Nadal) o come le due finali Wimbledon finite al quinto del 2007 (vittoria Federer) e 2008 (vittoria Nadal). Seppur era una partita sentita e attesa sapevamo che non ci sarebbe stata la componente emotiva presente nella finale di Madrid del 2009, quando Federer poneva fine a un digiuno infinito contro lo spagnolo e lo faceva proprio a casa dell’avversario, o come quella presente nella finale dell’Australian Open del 2010, il famoso “questa cosa mi sta uccidendo” di Federer nel cerimoniale. Niente di tutto questo, ma questa partita è comunque un piccolo pezzo della storia di una delle rivalità più belle di sempre.

C’è un po’ il rammarico visto le precarie condizioni di entrambi, con, per assurdo, Federer più in difficoltà per colpa della schiena. È 6-4 6-2 per lo spagnolo, che si riscopre grande, consapevole però, come ha ammesso ai microfoni post gara, di aver visto un Federer con dei problemi, ma lo spagnolo ha da pensare di più a i suoi di problemi, e quindi con le ginocchia che stanno trovano stabilità e che procurano sempre meno dolore può godersi la vittoria in attesa di sfidare Berdych in semifinale. Lo svizzero come sempre non spreca parole su questo, parlare della sua schiena non è importante perché non gli “piace togliere meriti altrui”. Adesso non resta altro che aspettare il prossimo Federer – Nadal e purtroppo ci vorrà un bel po’ visto che lo svizzero si fermerà fino a Madrid in programma a maggio.

fonte foto in copertina: sky.it

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