Diario da Taranto – La libertà è partecipazione

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di Greta Marraffa

Partecipare attivamente alla costruzione di un cantiere di democrazia, significa introdurre nel vocabolario politico di una realtà sociale così problematica, come quella tarantina, i concetti di trasversalità e condivisione. L’alternativa alla cultura affine alla grande industria, risiede nella possibilità di emancipare la città, riscattandola,  attraverso ampie ed elaboratore proposte di cambiamento.  Proposte, che la classe politica, stenta a formulare. Ed è per questo motivo che la società civile, pretende di prender parola pubblicamente e di sostituirsi e compensare questi vuoti.

Il 14 Aprile, i cittadini tarantini, saranno chiamati a ritornare alle urne, all’indomani delle elezioni di Camera e Senato. Due i quesiti sottoposti alla volontà popolare:

1)Volete voi cittadini di Taranto, al fine di tutelare la vostra salute nonché la salute dei lavoratori contro l’inquinamento, proporre la chiusura dell’Ilva?

2) Volete voi cittadini di Taranto, al fine di tutelare la vostra salute e quella dei lavoratori, proporre la chiusura dell’area a caldo dell’Ilva, maggiore fonte di inquinamento, con conseguente smantellamento dei parchi minerali?

Il comitato 14 Aprile, promotore del referendum, considera quest’evento, di estrema importanza.:“E’ necessario costituire un fronte comune per mandare un segnale di sonora bocciatura all’azienda Ilva SpA”.

La partecipazione del cittadino, si scandisce  con il semplice gesto, del porre una croce su un “si” o un “no”. Dall’ interpretazione dei due quesiti emerge con nitidezza l’intenzione del comitato e di una porzione del mondo ambientalista tarantino, di utilizzare lo strumento democratico, per dare nuovamente risalto alla questione ambientale, totalmente ignorata dalla stampa nazionale.

Ma, a fronte del dilemma che attanaglia questo contesto sociale, ovvero la decennale contrapposizione tra ambiente e lavoro, il referendum, così come è stato proposto e progettato, presenta, non poche contraddizioni. Nella stessa formulazione dei quesiti, non si fa alcun tipo di riferimento alle possibili alternative alla chiusura della grande fabbrica: (bonifiche, riqualificazione del personale, risarcimento del danno). La sfida che questa città si pone, divenuta un laboratorio politico per eccellenza, è quella di riuscire a trovare una congiunzione e una sintesi tra vari interessi e diritti costituzionalmente garantiti.

Pertanto,  se realmente ciò a cui si ambisce è quello di stendere le basi per un percorso di cambiamento e di riscatto, è necessario che si riparta dal coinvolgere tutte le varie sfumature di questo contesto così variegato ed eterogeneo, interrogandosi e mettendo in discussione l’intero sistema.

L’incapacità, si manifesta, nel non essere in grado, di elaborare progetti a medio e lungo termine che riescano a costituire non solo comitati, ma moltitudini, in grado di poter determinare attraverso forme di autogoverno, le proprie scelte.  Pertanto, il concetto di democrazia e di partecipazione, perdono del proprio valore e del loro elevato e profondo significato. Quando si capirà che la democrazia non è un piatto pronto e riscaldato, allora si inizierà a costruire, tassello per tassello, mattone dopo mattone. Perché la democrazia e la partecipazione sono “work in progress” , cantieri aperti  e processi lunghi e tortuosi.

Occorre essere ambiziosi e cercare di riappropriarci di ciò che ci è stato sottratto, come ad esempio  la libertà di essere i protagonisti delle nostre esistenze, di poter determinare le scelte politiche che condizionano ed agiscono sul nostro territorio, affinché possa riecheggiare quel forte senso di appartenenza che ci unisce a questa terra, così colma di paradossi.

Nell’epoca in cui tutto si trasforma in merce di scambio ed oggetto di profitto, nel meridione dimenticato, si combatte una battaglia, che non avrà né vinti, né vincitori. Il raggiungimento del quorum che determinerà la vittoria del “si”, se non verrà sorretto ed accompagnato da una serie di proposte attinenti a possibili alternative,  risultanti da processi di collettivizzazione dei saperi di studio e di analisi, determinerà una sconfitta senza precedenti.

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