Roma, “Cartellopoli”: bocciata delibera popolare. Dubbi sul Piano Regolatore

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di Valentina Verdini

Di cartelloni pubblicitari, una metropoli come Roma ne è invasa. Il problema colpisce qualsiasi quartiere della città, indistintamente: sia in periferia che nel centro della capitale, si stima che siano circa 40-45 mila gli impianti pubblicitari abusivi. <<Il fenomeno viene da lontano – spiega Filippo Guardascione dell’Associazione Basta Cartelloni-Francesco Fiori – a causa di un grave ritardo delle precedenti giunte comunali nell’emanare un piano regolatore del settore>>. <<Ma la vera esplosione è avvenuta dal 2009 –  continua Guardascione – quando con la delibera comunale numero 37, la giunta Alemanno ha di fatto concesso la sanatoria di ogni abuso. Da quel momento le ditte pubblicitarie hanno avuto mano libera nel piantare cartelloni ovunque volessero, in cambio di una piccola somma da pagare al Campidoglio>>.

Dal 2009 infatti, la Banca Dati comunale censisce gli impianti presenti nella capitale: alcuni di questi fanno riferimento a vecchie concessioni autorizzate dal Comune, le schede R. Altri sono i cosiddetti cartelloni “autodenunciati” i quali permangono sul suolo pubblico nonostante non abbiano un’autorizzazione a monte da parte dell’amministrazione, a condizione che non violino norme del Codice stradale e dietro il corrispettivo di un’imposta sulla pubblicità. In presenza di impianti abusivi difformi rispetto al Codice, i vigili urbani devono trasmettere il verbale al Dipartimento ottavo il quale procederà alla rimozione impiegando risorse e tempi elevati. Sono questi ritardi, l’inadeguatezza di politiche che sanano l’abusivismo degli impianti in attesa di un Piano regolatore a generare caos, degrado, insicurezza stradale.

La cittadinanza romana è sensibile al tema. Basta girare per le strade capitoline per accorgersi che sono innumerevoli i cartelloni pubblicitari. Il mercato degli impianti non conosce orari: può capitare infatti, che ci si svegli una mattina ritrovandosi la pubblicità di un modello tatuato davanti le proprie finestre consapevoli che quel tizio muscoloso ci farà compagnia per molto tempo.

INIZIATIVA POPOLARE- La delibera promossa dal Comitato Basta cartelloni firmata da 10 mila persone testimoniava la volontà dei romani di porre un argine a questa anarchia. Tuttavia il 23 novembre con 24 voti contro e 19 a favore, tra assenze del centro-destra e di 3 consiglieri del Pd, la delibera è stata respinta dall’Assemblea Capitolina. <<La bocciatura della Delibera Popolare sulle affissioni è stata uno schiaffo alla cittadinanza romana e a tutti coloro che combattono per il decoro e il rispetto delle regole – commenta Filippo Guardascione dell’Associazione Basta Cartelloni-Francesco Fiori- Una maggioranza di centro-destra troppo attenta alle lobby di potere e una opposizione di centro-sinistra non abbastanza combattiva, si sono lasciati sfuggire un’occasione unica per ripristinare la legalità a Roma. La Delibera, infatti, se approvata, avrebbe immediatamente messo fine alle deroghe al Codice della Strada e eliminato il perverso meccanismo delle ricollocazioni che è all’origine del caos attuale>>.

Contemporaneamente alla bocciatura, un’ordinanza promossa dal sindaco di Roma Gianni Alemanno e dall’assessore alle Attività produttive Davide Bordoni, bloccava temporaneamente l’attività illecita nella collocazione di impianti pubblicitari in attesa dell’approvazione definitiva del Piano regolatore.

LE REAZIONI- <<L’ordinanza del Sindaco che blocca temporaneamente le ricollocazioni è una decisione saggia ma tardiva. E’ stato il nostro Comitato a sollecitare un provvedimento del genere allo stesso Alemanno, durante una rimozione. Il provvedimento che blocca le ricollocazioni è corretto ma non sufficiente se non accompagnato da una vigilanza severa e capillare del territorio. Vigilanza che scatta solo se c’è una volontà politica reale di arginare il fenomeno>> afferma Guardascione. Della stessa opinione anche il consigliere comunale del Pd Athos De Luca, da sempre a fianco del Comitato nella lotta contro l’abusivismo degli impianti pubblicitari che parla di “buone intenzioni ma di nessuna scadenza reale”.

IL PIANO REGOLATORE- A suscitare dubbi è poi l’approvazione del Piano regolatore che così delineato non convince né le associazioni né il consigliere De Luca il quale ravvisa diversi errori compiuti dalla Giunta di Alemanno: << Alla vigilia dell’approvazione del Piano regolatore era necessario eliminare le deroghe al Codice della strada, non rinnovare più le autorizzazioni. In mancanza di risorse per rimuovere fisicamente gli impianti illegali, abbiamo proposto che venissero almeno oscurati: richiesta che però non è stata accettata>>. <<Chiediamo che venga ridotta ulteriormente la superficie destinata ai cartelloni, che nel Piano regolatore è pari a 160 mila metri quadri – continua il consigliere De Luca – Inoltre il Piano dice poco o nulla sulle gare pubbliche che consentiranno di assegnare gli spazi pubblicitari. Per non parlare poi dei tempi di attuazione dello stesso, i quali richiederanno 2-3 anni, a ridosso quindi delle prossime elezioni comunali>>.

Lacune sulle norme tecniche di attuazione, sulle modalità di assegnazione degli spazi permettendo di fatto alle ditte che hanno devastato la città di partecipare alle gare pubbliche, preoccupano chi da anni si batte su questo fronte. Oltre il degrado, i rischi per la sicurezza stradale, l’ombra che sembrerebbe aggirasi è quella della criminalità.

INFILTRAZIONI DELLA CRIMINALITA’ ORGANIZZATA?- Più volte lo stesso sindaco di Roma Gianni Alemanno ha denunciato la presenza di associazioni mafiose nell’installazione di impianti illegali. Secondo il consigliere Athos De Luca: <<Spesso dire che ci sono infiltrazioni mafiose è come avere un attenuante. Se ci sono tali indizi il Sindaco dovrebbe denunciare il fatto al Procuratore della Repubblica e fare dell’autocritica: chi ha consentito l’illegalità? – conclude De Luca – Le mafie si insinuano nei mercati dove vi è speculazione: con la sanatoria, alcune aziende, ditte legate a questi mondi si sono riversate in un settore nel quale era facile il guadagno>>.

Le gravi minacce e denunce nei confronti dell’ex assessore al Commercio e alle Affissioni Daniela Valentini della giunta Veltroni la quale aveva promosso la campagna 3X4 e rimosso 25 mila cartelloni pubblicitari, testimoniano che l’illegalità trova terreno fertile laddove la politica non esercita un severo controllo.

<<Noi riteniamo che un settore così delicato e così importante economicamente abbia certamente attratto l’interesse della criminalità organizzata. Soprattutto a causa della normativa lacunosa e disgraziata (in particolare la Delibera 37/2009) che ha lasciato campo libero a chiunque volesse entrare nel business della cartellonistica. Non si può escludere, dunque, che per riciclare denaro sporco e fare affari facili, alcuni esponenti di clan criminali si siano introdotti nel settore – afferma Filippo Guardascione dell’Associazione Basta Cartelloni-Francesco Fiori – È dunque necessario riportare legalità a Roma. Non solo per ripristinare un minimo di decoro e ridurre un inquinamento visivo unico al mondo, ma anche per garantire la sicurezza stradale dei cittadini, messa a rischio da comportamenti illegali che già hanno provocato numerosi incidenti e due vittime>>.

 

fonte foto: http://bastacartelloni.blogspot.com/

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