Politiche 2013 – Fratelli d’Italia, la scialuppa che non ha mai preso il mare

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di Fabio Grandinetti

Nel dicembre dello scorso anno nasceva “Fratelli d’Italia – Centrodestra nazionale”. «L’Italia chiamò» tuona a caratteri cubitali il sito ufficiale del movimento. E come dargli torto. Da tempo c’era voglia in Italia di un nuovo partito della destra sociale, se ne sentiva davvero il bisogno. «Grande o piccolo facciamolo decidere agli italiani» afferma sul proprio profilo twitter Giorgia Meloni, cofondatrice insieme ad Ignazio La Russa e Guido Crosetto di Fdi. La genesi del movimento è abbastanza chiara. Un crescente senso di insoddisfazione nei confronti del Pdl divenuto insopportabile prima nel momento dell’appoggio al governo Monti (a dire di Berlusconi mai realmente esistito) e poi nelle mancate primarie. Subito dopo le dimissioni di Monti – per mano proprio del Pdl – e a pochi mesi dalle elezioni, i tre hanno deciso di salire sulla prima scialuppa e di abbandonare la nave, in previsione del probabile naufragio. A quei tempi ancora non si parlava di “operazione sorpasso” e forse anche loro commisero l’errore di sottovalutare le capacità del comandante. Neanche troppo però, se si considera che Fdi si presenta nella coalizione di centrodestra, capeggiata in un modo o in un altro da Berlusconi. La scialuppa dei delusi, dunque, non ha mai visto il mare aperto, ed è rimasta ben agganciata alla nave tanto disprezzata.

«Non mi sono vergognata di stare nel Pdl – ha affermato in un comunicato la Meloni – insieme a molte brave persone e soprattutto insieme a tanti militanti ed elettori che sognavano un partito di centrodestra serio e rispettabile. Mentre sì, mi sono vergognata di stare nello stesso partito di Franco Fiorito, come di tutti coloro che hanno fatto un uso smodato, personale e spesso illecito dei soldi pubblici. Mi sono vergognata di Nick o ‘mericano. Mi sono vergognata di Dell’Utri, condannato per mafia, e di Sciascia, condannato per corruzione. E poi ancora: di Papa e Milanese, di Razzi e  Scilipoti, della Minetti e di tutte le starlette catapultate nelle Istituzioni pubbliche italiane, screditando la nostra democrazia».

Non si vuole certo mettere in dubbio l’onestà e la serietà politica dei fondatori di Fdi, ma qualche dubbio sorge spontaneo. Quando nel 2008 la Meloni, La Russa e Crosetto venivano nominati rispettivamente Ministro della Gioventù, Ministro della Difesa e Sottosegretario allo stesso ministero, Nick o ‘mericano (Nicola Cosentino), Papa e Milanese venivano eletti deputati, le starlette ronzavano già da tempo attorno al presidente, e Dell’Utri era allora come oggi fondatore del partito. Eppure poche lamentele sulla moralità, sulla trasparenza, sulla democrazia interna al Pdl si levavano dai tre fratelli d’Italia.

E venendo ad oggi, cosa propone per le prossime elezioni il nuovo partito che strizza l’occhio a Storace nel Lazio e profuma tanto di nazionalismo? Il programma politico è stato redatto attraverso l’iniziativa “scrivilo con noi” favorendo l’apporto degli utenti sulla rete. Va molto di moda di questi tempi. Tra le altre proposte si legge un rigido controllo dell’immigrazione, esame obbligatorio di lingua ed espulsione dopo qualsiasi tipo di reato per gli immigrati, rafforzamento della sicurezza ecc. Come amano ripetere in coro, «il modo di votare centrodestra senza doversi tappare il naso», e forse senza dover abbassare il braccio, verrebbe da aggiungere.

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