Io sono Wang Lin, un nuovo manuale dell’italiano per cinesi

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di Laura Guadalupi

L’apprendimento della lingua italiana nel contesto migratorio cinese è stato il tema di cui si è discusso ieri, 15 novembre, presso la Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. Nel corso dell’evento è stato presentato il nuovo manuale Io sono Wang Lin. La lingua italiana per cinesi, edito da Loescher.
Il progetto nasce nell’ambito dei corsi gratuiti per migranti che si tengono nelle biblioteche romane, per questo motivo è patrocinato dal Comune. Gabriella Sanna, responsabile del Servizio Intercultura, Biblioteche di Roma Capitale, lo ha introdotto, mentre le autrici, Alice Dente, Katia Franzese e Wang Jing, hanno illustrato le caratteristiche di questo strumento didattico che uno dei relatori, Wen Zheng (co-direttore dell’Istituto Confucio di Roma e professore associato dell’Università di Lingue Straniere di Pechino, ndr) ha auspicato possa aiutare i cinesi residenti nel nostro Paese a superare le barriere linguistiche. L’augurio di Zheng è quindi che il manuale possa diventare in futuro la “pietra miliare degli scambi culturali fra la Cina e l’Italia”.

Dalla Via della Seta ai giorni nostri – I romani, ricorda Wen Zheng, furono tra i primi popoli occidentali ad avviare scambi con la Cina. La famosa Via della Seta terminava, infatti, proprio nell’antica Roma. E che dire delle migrazioni cinesi? Carla Barozzi, moderatrice dell’incontro e direttore del Dipartimento di Italiano per stranieri dell’Upter, fa risalire al 1893 l’arrivo del primo cinese in Italia per presentare la propria merce. La prima emigrazione cinese è avvenuta dopo la Prima Guerra Mondiale, da allora si sono susseguite una serie di ondate fino ai giorni nostri. Barozzi afferma che, stando a quanto riportato dal XXII Dossier Statistico Rapporto Immigrazione, i cinesi in Italia sono oggi oltre 277 mila. La loro presenza è in costante aumento, così come cresce in maniera esponenziale l’affluenza di studenti nelle Università, giunti quasi a quota 10 mila.

Analisi e recensione del manuale – Il testo è un manuale di primo approccio all’italiano, corrispondente ai livelli A1/A2 del Quadro Comune Europeo di Riferimento per le Lingue. Si rivolge a immigrati, adulti e studenti universitari. È strutturato in dieci unità, la veste tipografica è ben curata, così come lo sono i contenuti testuali e gli elementi paratestuali. Vi è un massiccio uso di immagini che, assieme alla traduzione di frasi e parole in cinese, fungono da supporto per ampliare il repertorio lessicale del discente e per disinnescare l’eventuale filtro affettivo. Il percorso didattico è progressivo, nel pieno rispetto di quello che Stephen Krashen chiama ordine naturale di acquisizione (i+1, ndr), ovvero: l’acquisizione di un input linguistico reso comprensibile avviene secondo delle sequenze stabili dove l’elemento nuovo (+1) presuppone, per essere acquisito, che lo siano stati i precedenti (i). Il sostegno della traduzione viene mano a mano ridimensionato, sebbene permangano delle schede grammaticali in cinese e cenni di analisi contrastiva tali da favorire l’acquisizione della morfologia italiana.

L’approccio metodologico è di tipo eclettico. A un primo sguardo, l’indice farebbe pensare subito all’approccio comunicativo, nello specifico al metodo nozionale-funzionale. Le unità sono organizzate per funzioni comunicative, si giunge alla regola grammaticale attraverso un processo di scoperta e per induzione. C’è un equilibrato sviluppo delle quattro abilità linguistiche (ascolto, lettura, scrittura, dialogo), con particolare riguardo per le attività di interazione, da svolgere in coppia o piccoli gruppi. Scrutando più a fondo il manuale, ci si accorge, però, che è più corretto parlare di approccio eclettico in quanto sono presenti anche elementi derivanti da altre scuole di pensiero: formalismo, strutturalismo, suggestopedia e Total physical response.

Uno dei grandi pregi di questo manuale aggiornato, accattivante e user friendly, tanto per lo studente, quanto per il docente, sta nel fatto di unire la metodologia didattica cinese, basata sulla memorizzazione e sullo studio sistematico delle regole, con una didattica orientata allo sviluppo della competenza comunicativa, ovvero allo sviluppo della capacità di recepire e produrre enunciati che non siano solo corretti grammaticalmente, ma anche appropriati al contesto socioculturale e finalizzati al raggiungimento di determinati scopi pragmatici.

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