Scandalo Lazio, Chiara Colosimo e il rinnovamento mancato

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di Giovanni Fabbri

La storia non cambia- “I ladri di Roma” è soltanto il titolo di un romanzo scritto da Enzo Macrì. Qualcuno potrebbe pensare alle vicende scabrose che coinvolgono la regione Lazio se non fosse che questo libro venne pubblicato nel 1993 per descrivere le vicende di cento anni prima, quelle relative allo scandalo della Banca Romana del 1893. Questo triste parallelismo ci ricorda che quando si dice che la storia è un insieme di corsi e ricorsi purtroppo si dice la verità. Gli scandali politici di questa settimana ci portano indietro con la memoria non solo a quello scandalo bancario di fine Ottocento, quando molti uomini politici furono accusati di peculato, ma anche agli inizi degli anni ’90, quando lo scandalo di “tangentopoli” segnò il passaggio dalla prima alla seconda repubblica.

Gli effetti dello scandalo- Oggi, come allora, l’opinione pubblica è in fermento e gli italiani sono increduli. La politica rischia di uscire completamente ridimensionata da questa ennesima triste vicenda. Gli effetti saranno un allontanamento degli elettori ancor più marcato dalla sfera politica e un perdità della credibilità di tutti coloro che amministrano la cosa pubblica. Per evitare queste conseguenze, che in un momento economico come questo risulterebbero ancor più gravi, bisognerebbe concentrarsi nella ricerca del dialogo e della collaborazione. E invece no.

I fatti- Renata Polverini, la governatrice, dopo i tagli ai finanziamenti (provvedimento giusto, ma forse un po’ tardivo), riesce a far nominare capogruppo del Pdl nel consiglio regionale Chiara Colosimo. La nomina della ventiseienne potrebbe sembrare il primo passo per quel rinnovamento da molti invocato se non fosse per la poca esperienza politica e per alcune vicende legate al suo passato e alla sua famiglia. Nel 2010 fu infatti intervistata di fronte ad un murales con l’immagine di Corneliu Zelea Codreanu, noto sostenitore romeno del nazifascismo. Le vicende familiari narrano invece di un padre, Paolo Colosimo, noto penalista romano vicino agli ambienti della destra, che, dopo essere uscito pulito da un processo che lo vedeva accusato di associazione per delinquere finalizzata alla bancarotta fraudolenta, è ancora indagato per diversi reati. Quindi anche se non ci riferiamo a circostanze che riguardano il presente della neo-capogruppo e che non dovrebbero interferire con il suo operato politico, la sua nomina, visto il periodo, può suscitare più di qualche perplessità. Insomma le premesse per sperare in un cambiamento radicale non sono certo confortanti, ma si sa che la speranza è sempre l’ultima a morire.

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