LONDRA 2012 – L’Olimpiade della crisi o la crisi dell’Olimpiade?

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di Emiliana De Santis

Con l’edizione in partenza oggi, Londra sarà l’unica città ad aver ospitato ben tre Olimpiadi: la prima nel 1908, la seconda quarant’anni dopo fino ad arrivare al 2012. Saranno i giochi della crisi, sia sul versante economico sia su quello della sicurezza ma sembra che il Governo vi abbia investito più del previsto per attivare la crescita e incentivare il turismo. Tra feroci critiche ed entusiastiche celebrazioni, la capitale d’oltremanica si prepara ad affrontare la grande sfida.

Le cifre – Il balletto delle cifre danza dal2005. A quella data infatti, i costi preventivati ammontavano a 2,37 miliardi di sterline, lievitati a 9,3 già nel 2007 e attualmente stimati a 12mila sterline (circa 14 miliardi di euro) presi in gran parte dalle tasche dei contribuenti. Secondo i maligni i costi sono cresciuti in maniera esponenziale a causa della politica poco trasparente del Governo e alle compensazioni in denaro per i lavoratori della metropolitana, fermamente decisi a scioperare in corso di manifestazione. Eppure, quello che si vede è un Villaggio Olimpionico ultramoderno, ecocompatibile, dotato delle architetture e delle opere d’arte più all’avanguardia. Da notare che la scultura rappresentativa dei giochi, l’ArcelorMittal Orbit di Anish Kapoor e Cecil Balmond, sia stata commissionata e generosamente donata all’Olympic Park da Lakshimi Mittal, imprenditore indiano e uomo più ricco del Regno Unito. Segno che ormai la ricchezza in sterline è non più patrimonio esclusivo dei sudditi di Sua Maestà.

Opinioni contrastanti –  In un articolo apparso su Internazionale del 13 aprile 2012, China Miéville, scrittore inglese di romanzi di fantascienza, parla di una “Londra ricca e disperata” che potrebbe trasformarsi in “un cimitero di scheletri” a Olimpiade conclusa. Anche Mike Marqusee, scrittore e attivista politico che abita nell’East End – la zona interessata dalla trasformazione urbana – afferma “in genere questi grandi eventi sono dannosi per le comunità locali, non garantiscono posti di lavoro a lungo termine e sfruttano le zone in cui si svolgono”. Le ultime vestigia dello stato sociale britannico stanno scomparendo a colpi di accetta ed è normale che la popolazione, fortemente colpita dai tagli, scenda in strada a protestare.

Opposte le idee dell’eccentrico Boris Johnson, sindaco della City, che ha definito “catastrofisti” coloro che osano criticare i Giochi. Gli fa eco Sebastian Coe, presidente del Comitato Organizzatore, il quale dichiara di non aver sforato il budget e, anzi, di aver creato un indotto economico che frutterà 13 miliardi di sterline nei prossimi anni. Insomma investimenti fatti per garantire all’Olimpiade una solida eredità. Il parco dei Giochi diventerà la sede sostenibile di una comunità in grado di offrire lavoro, scuole, spazi verdi e per il divertimento ma soprattuttoalloggi.

Lo spettro della Grecia – Pesanti gli attacchi politici nei confronti del Premier, David Cameron, per via della decisione di raddoppiare le spese per la cerimonia di apertura e chiusura passate da 40 milioni a 81 milioni di sterline. La gestione dello spettacolo è stata affidata al regista di “The Millionare” Danny Boyle che ha il delicato compito di far dimenticare agli spettatori le Olimpiadi di Pechino, costate complessivamente 27,5 miliardi di sterline. Tra le cifre aleggia il fantasma di Atene, che ha speso nel 2004 più di quanto potesse permettersi: non sono in pochi ad additare le Olimpiadi come una delle cause che ha accelerato il disfacimento dell’economia ellenica. Ma, come dice Major Johnson “non bisogna essere catastrofisti”, Londra e Atene sono due mondi diversi e tirare le conclusi prima ancora di vedere la partenza sarebbe esercizio troppo facile ed ingenuo per essere realistico.

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