Caso Stamina, a Grottaferrata incontro su “Scienza e informazione, medicina ufficiale e alternativa”

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Cellule-staminalidi Eloisa De Felice

Grottaferrata – Roma Staminali: presente attuale o ancora futuro per la scienza? Cura reale o solo inutile speranza? O proprio, persino, mera illusione, tra l’altro, possibilmente derivante da informazione distorta e plagiante? Ma siamo poi così sicuri di aver minimamente capito in cosa consistono? E che i costi, in termini di pericoli per i pazienti, non siano maggiori dei vantaggi ipotizzati?

Un tranquillo e assolato sabato pomeriggio di metà maggio, si è così trasformato in un’opportunità unica di confronto e approfondimento, non solo tecnico e scientifico, ma anche etico, bioetico e legislativo, su uno dei temi più spinosi e discussi del momento.  E la platea ha risposto più che bene. Presso l’incontro: “Il caso Stamina e le cure compassionevoli. Scienza e informazione, medicina ufficiale e alternativa”, attenta e numerosa per quasi 4 ore si è trattenuta, prima ascoltando e poi scaldandosi con infuocate domande per gli esperti intervenuti.

In linea tra loro e assolutamente con i piedi ben piantati a terra sono apparse le parole dei relatori. “Galileo parlava di sensata esperienza e noi oggi aggiungeremmo: tramite metodo scientifico, con procedimenti che siano standardizzati, noti e trasparenti” ha detto la professoressa Elisabetta Tocca, docente di chimica, rincarando la dose proposta dal professor Vittorio Manzari, docente di patologia generale: “Nessuno veramente sa cosa fa la ‘Cura Stamina’ perché non c’è stato metodo. La scienza ha bisogno di tempo e sperimentazioni, secondo i canoni della medicina, altrimenti si rischia solo, in modo inutilmente pericoloso, la sicurezza dei pazienti”.

La persona, quindi, viene prima di tutto. Anche prima delle leggi e del legislatore che a volte si trova nella difficilissima situazione di dover colmare i vuoti tra diritto alla salute e libertà di cura, tra il libero arbitrio ed emotiva speranza che crea (false) aspettative. “Il singolo ha il diritto che lo Stato vigili affinché non entri nel servizio sanitario nazionale una ‘cura’ che non sia più che conclamata come tale, con obiettività e scientificità, esattamente come accade per i farmaci”, ha voluto precisare l’avvocato Damiano Mereta, aggiungendo: “solo in questo modo ci si assicura che non sarà un giudice, persona fallibile come tutte le altre, a decidere la sorte terapeutica di un’altra persona”.

Ma nello stesso tempo, come ha voluto evidenziare la professoressa Loredana Albonici, professore associato di patologia generale: “la medicina rigenerativa e l’ingegneria tissutale sono le grandi promesse oggi già tangibili”. Quindi, “in potenza”, esportando il termine da una delle caratteristiche principali delle cellule staminali, occorre solo dare alla scienza il giusto tempo di percorrere, ma con criterio, la strada che deve, nel solco tracciato alla ricerca della cura a quelle malattie finora ritenute incurabili. La via è, quindi, ancora non battuta, ma davanti a noi. Dobbiamo solo dare alla medicina fiducia, la stessa che riponiamo nel nostro medico di famiglia.

Il dibattito proposto dalla neonata associazione “Diritto e Sapere” (http://dirittoesapere.webnode.it/), tra l’altro, ha voluto dimostrare come il bisogno di parlare di determinati temi, proprio perché complessi e trasversali all’umana scienza e conoscenza, sia non solo reale, ma anche più che sentito, nonostante il più che fagocitante clima pre-elettorale di questi giorni.

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