Digitale: Italia ancora indietro in Europa sull’uso di Internet e pc

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di Tiziano Aceti

Quasi quattro italiani su dieci non hanno mai usato né Internet né tantomeno un computer. Questo è quanto emerge  dall’Annuario Scienza Tecnologia e Società 2014 di Observa Science in Society. Su 100 italiani, 37 sono “tecnoesclusi”, ossia sono estranei alle tecnologie digitali. Giunto alla decima edizione l’Annuario curato da Massimiano Bucchi dell’ Università di Trento e Barbara Saracino dell’Università di Firenze (ed. il Mulino) mette in evidenza come l’Italia ha una media di esclusione tecnologica che non si avvicina a quella europea, la quale si attesta al 20%. Inoltre, si evince dal rapporto l’aumento di consumo della televisione da parte degli italiani che passano da 3,8 ore medie di consumo giornaliero a 4,2 ore, quinto tra i paesi Ocse.

Dunque l’Italia in materia di nuove tecnologie si trova indietro rispetto alla media europea. Una constatazione questa che non rappresenta un’ assoluta novità: “Il nostro Paese è molto indietro rispetto ai partner Ue – ha dichiarato Barbara Saracino all’agenzia di stampa Adnkronos – basti pensare che nella media europea sono due cittadini su 10 i tecnoesclusi, pari al 20% di cittadini europei che non usano il computer e al 22% che non navigano in rete, con punte di eccellenza come la Svezia che è al 3% di tecnoesclusi dal computer, e come la Danimarca che registra appena un 4%”.

I dati “fanno emergere un’Italia che solo in una fascia specifica della popolazione, cioè i giovani under 40, accede alle nuove tecnologie, mentre registra un gap tecnologico ancora forte nelle fasce di età fra i 45-60 anni”, un gap anche di genere “che vede le donne maggiormente ‘tecnoescluse’ degli uomini”. Secondo Barbara Saracino le donne “usano meno le nuove tecnologie sia per la differente condizione occupazionale, cioè hanno un accesso inferiore al mondo del lavoro dove tipicamente si usano internet e pc, sia per il tipo di attività svolta, spesso lontana dalle tecnologie digitali”.

Inoltre – osserva la ricercatrice – “l’apertura al digitale trova attenta solo la fascia giovanile degli italiani mentre un’ampia fascia di cittadini, i più ‘maturi’, non sembra alfabetizzata a sufficienza per utilizzare la rete al meglio delle possibilità”.

Si sottolinea, in questo modo, come sia necessario dare la priorità a quei processi di alfabetizzazione tecnologica, che rappresentano una delle cause di quel divario digitale nei confronti degli altri Paesi europei, un ritardo che ha tra i suoi elementi costitutivi proprio quello di un assenza di apposite competenze digitali.

Essere in grado di utilizzare Internet delinea una condizione necessaria per rendere più comoda la realizzazione di molteplici attività nella vita di tutti i giorni e per questo si configura come uno strumento che contribuisce in modo significativo al miglioramento della qualità di vita delle persone. Operare nella direzione di ridurre i fattori di esclusione tecnologica, con l’imperativo di garantire la conoscenza e la capacità di uso di Internet, rappresenta un onere mirato a limitare il pericolo di esclusione a carico di una parte di popolazione.

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