Cosa resterà di questo 2013?

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di Fabio Grandinetti

Il 2013 sta finendo, fortunatamente anche per la politica italiana. L’anno che sta arrivando non avrà difficoltà a fare meglio del predecessore, un anno buio che racconta di un Paese in grave difficoltà, claudicante, ma che si appresta comunque a passare più o meno indenne un’altra annata. Cos’è successo nel 2013? Tante cose, ma anche nulla. Sì perché guardandosi indietro si ha la sensazione che la politica italiana abbia fatto ancora una volta il possibile per mantenere tutto fermo, almeno nella maggior parte dei casi.

Dopo la campagna elettorale, rifugiandosi da uno tsunami e fuggendo da un giaguaro che ha mantenuto tutte le sue macchie, l’Italia si è svegliata il 26 febbraio sommersa dalle sabbie mobili. Per due mesi, tra consultazioni, trattative, proposte, minacce, annunci e relative smentite, gli italiani non hanno avuto un governo, pericolosamente sospesi su uno scabroso vuoto di potere. Fino all’arrivo dell’uomo che non ti aspetti.

Ecco, il 2013 potrebbe essere il suo anno, quello di Enrico Letta. Da presidente dei Giovani democristiani a baby ministro, passando per la sconfitta alle primarie del 2007, fino al 2013, anno in cui Letta diventa premier e conquista prepotentemente le prime pagine dei giornali. Il suo governo ha resistito al clima da guerra civile, ha respinto le critiche, tante, ha gestito le contraddizioni interne, tante, ha superato le verifiche parlamentari e i capricci della sua strana maggioranza e alla fine sta conducendo il Paese verso la ripresa, in un clima di surreale ma ordinaria amministrazione.

Il 2013 poteva e, in un certo senso, doveva essere l’anno di Grillo e del M5S. Con oltre 8 milioni di voti ottenuti al primo tentativo – nessuno nella storia aveva fatto meglio alle prime politiche – i grillini si sono assicurati un irruento quanto glorioso ingresso in Parlamento. E pure, dopo mesi di opposizione rigida e trasparente, il movimento ha collezionato gaffe ed espulsioni, proponendo una condotta parlamentare quanto meno discutibile.

Ma allora per cosa verrà ricordato il 2013? Per cosa si dirà in futuro “accadde nel 2013”? Oltre che per i due papi, per i posteri questo sarà l’anno no di Silvio Berlusconi. Condannato, interdetto e decaduto nel giro di pochi mesi, potrebbe essere questa la fine dell’uomo che per vent’anni ha rappresentato nel mondo la classe politica italiana. Nei libri di storia si parlerà certamente dell’anno in cui, per la prima volta, è avvenuta la rielezione di un Presidente della Repubblica, e chissà come verrà percepito il regno di Giorgio Napolitano nei decenni a venire. Per il resto, poco da ricordare. Ah, certo. Il 3 ottobre il naufragio di un barcone a largo di Lampedusa provoca 366 morti. Rimarrà, si spera, la più grande strage di migranti nelle acque del Mediterraneo della storia. Benvenuto 2014!

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