Marina Bellezza. Storia di Amore e riscatto sociale

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di Annalisa Gambino

La ventinovenne Silvia Avallone dopo l’incoraggiante esordio di Acciaio firma la sua opera seconda: Marina Bellezza. Il romanzo narra la storia di un amore contemporaneo nella provincia biellese. Le vite e i desideri dei protagonisti, Marina e Andrea, si intrecciano nei paesaggi rurali e ancestrali della Valle Cervo nella quale è cresciuta l’autrice e luogo dove molti giovani, scoraggiati dal caos metropolitano, hanno deciso di tornare per riprendere in mano le proprie vite. Persone che hanno scelto di ripopolare i luoghi abbandonati dalle generazioni precedenti per dedicarsi al recupero di mestieri antichi come l’allevamento e la transumanza.

L’ispirazione per il personaggio di Andrea, deriva proprio da questo fenomeno che, a detta dell’autrice, si può considerare rivoluzionario. Andrea, infatti, per far fronte alla crisi economica sceglie di tornare indietro, al mestiere di suo nonno invece che seguire un utopico progresso.

La scelta del ragazzo è prima di tutto una scelta di libertà e di riscatto verso una famiglia che non sente sua e testimonia l’opportunità faticosa di poter andare controcorrente in un’epoca in cui sembra obbligatorio emigrare all’estero per molti giovani laureati in cerca di soddisfazioni lavorative.

In opposizione ad Andrea, c’è Marina. Marina (che non a caso fa Bellezza di cognome) ha due grandi doni: una voce spettacolare e, ovviamente, una bellezza da togliere il fiato. Nel personaggio di Marina è presente un lieve accento flaubertiano, quanto basta per definirla una simil Emma Bovary al tempo di X Factor. Marina vuole liberarsi dell’infelicità delle sue origini, farsi una posizione nel mondo e scappare per sempre da quella valle, così tanto odiata da lei e così tanto amata da Andrea. E per questo è disposta a tutto. La sua virtù più grande se vogliamo, sta nel coltivare il suo talento con fatica e scrupolosa professionalità. È ossessionata dal diventare famosa, ma quando lo diventa comprende che questo non basterà a risarcirla delle ferite della sua infanzia. In questo senso è libera al pari di Andrea.

I protagonisti personificano le reazioni opposte ed estreme che si possono sviluppare di fronte alla crisi generazionale. Ad accomunarli, però, è non solo la determinazione, ma il profondo legame con il luogo d’origine. Entrambi fanno i conti con famiglie assenti, con i traumi della loro infanzia e conoscono la portata di questo dolore originario, di fronte al quale non si arrendono. Marina ed Andrea si attraggono e respingono come magneti e bruciano di un amore che vuole essere per sempre. Il finale aperto lascia uno spiraglio. Noi lettori ci possiamo immaginare come più ci piace la fine della storia. È possibile che due indoli così diverse per sogni ed aspirazioni come quelle di Marina e Andrea possono riuscire ad incastrarsi in maniera duratura? La domanda rimane senza risposta ma una cosa è certa: Andrea sceglie di prendersi cura di Marina, di esserle fedele nel profondo, indipendentemente dalle assenze e dai lunatici cambiamenti di lei. Allo stesso modo, Marina rimane fedele ad Andrea, tornando sempre da lui, sapendo accettare i suoi difetti e il suo stile di vita.

Come in Acciaio, l’autrice dipinge con credibilità e scrupolosa attenzione, oltre che i due protagonisti, un sottobosco di personaggi evocativi e caricaturali come il sindaco Caucino e sua moglie, il padre truffaldino, la madre ubriacona di Marina, la prudente Elsa e, l’agente dello spettacolo milanese, intessendoli ad hoc nel desolante contesto della provincia piemontese.

Un messaggio sociale, quello di Silvia Avallone, che viene urlato dall’interno delle viscere di tutti i protagonisti, universale e agghiacciante: reinventarsi e non rischiare mai di perdere di vista l’amore- l’unica spinta capace di indurre al cambiamento.

Certo non si esclude, visto lo stile di scrittura palesemente cinematografico della Avallone, che  Marina Bellezza diventi presto un successo cinematografico come il precedente romanzo.

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