Serie A, 13esima giornata. La Juve passa a Livorno e aspetta la Roma, crollo Napoli. Al Chievo il derby di Verona

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di Cristiano Checchi

Dopo due settimane di pausa per le nazionali è finalmente tornata la Serie A. La tredicesima giornata lascia in eredità tanti spunti interessanti.

Il posticipo – La tredicesima di Seria A si è chiusa al Dall’Ara di Bologna, dove l’Inter di Mazzarri non è riuscita a vincere per avvicinarsi appaiarsi al terzo posto e per allontanare la Fiorentina. L’Inter per la pressione esercitata nel secondo avrebbe anche meritato i 3 punti, ma di fronte si è trovata una grande Curci che si è rifatto dalla brutta prestazione di Bergamo. Alla fine è stato 1 a 1 frutto dei gol di Kone per gli uomini di Pioli e di Jonathan nella ripresa. Thohir alla prima de presidente non centra così i 3 punti, mentre Mazzarri resta con l’amaro in bocca per l’aggancio fallito al suo ex Napoli.

In testa – Aspettando la sfida di questa sera tra Roma e Cagliari il campionato ha una nuova capolista, o meglio la vecchia. La Juventus è uscita indenne dall’Armando Picchi di Livorno e lo ha fatto con la solita prova di forza, non ha battuto ciglio per le assenze, con Vidal a guidare la difesa e con Pogba sugli scudi ha vinto 2 a 0 grazie alla coppia del gol bianconero: Llorente e Tevez. Dall’altra parte un buon Livorno, stretto intorno a capitan Luci (che sta combattendo con forza la battaglia più dura, quella della malattia  del figlio), ci ha provato sciupando qualche buona occasione in contropiede, prima di capitolare sotto il colpo dello spagnolo. La Roma giocherà quindi per riprendersi il primo posto consapevole di avere il secondo al sicuro, merito dell’ex Antonio Cassano. A Napoli, infatti, nel posticipo di sabato sera gli uomini di Benitez si sono fermati di nuovo. Il secondo ko di fila fa però malissimo, in casa contro il Parma ci si aspettava un Napoli completamento diverso, invece la sterilità offensiva ha pagato dazio alla concretezza dei gialloblù. L’1 a 0 di Cassano lascia così il Napoli a quota 28 punti e porta un ottimo Parma a 16 punti. A non approfittare del tonfo del Napoli è stata poi la Fiorentina di Montella. La sfida del Friuli ha mostrato come al solito una bella Fiorentina che però questa volta più che mai ha mancato totalmente in concretezza. Il primo tempo, dominato, è finito 1-0 per i bianconeri in gol con Heurtaux dagli sviluppi di un corner. La Fiorentina non ha accusato il colpo ed ha continuato a macinare gioco, chiudendo sempre però con una preoccupante sterilità. Nell’ultimo quarto d’oro poi la spinta si è affievolita ed anzi l’Udinese ha mancato innumerevoli volte il raddoppio con Muriel e con Fernandes. Alla fine quindi Montella si dispiace per il mancato avvicinamento al Napoli, mentre Guidolin può gongolare per una vittoria scaccia crisi.

Domenica pomeriggio dolce/amara per un rientrante nel nostro calcio. Sinisa Mihajlovic ha preso il posto giovedì di Delio Rossi sulla panchina della Sampdoria ed è stato per lui subito un derby del cuore. La sua Samp contro la sua Lazio. La partita, sempre molto combattuta, alla fine non ha premiato nessuna delle due squadra. La Samp esce con il rammarico di aver subito il gol di Cana, dopo essere andata in vantaggio con Soriano, al 94esimo; per la Lazio è viva l’amarezza di non essere riuscita ad approfittare della superiorità numerica per tutto il secondo tempo (espulso Krsticic) ma almeno è stata evitata una sconfitta pesantissima. Per entrambe (17 punti per la Lazio, 10 per la Samp) il cantiere è quindi aperto e continuano gli importanti lavori che Petkovic e Mihajlovic dovranno apportare alle squadre.

Chi gioca bene e continua a fare punti è il bel Sassuolo di Di Francesco. Sono poche le squadre che affrontano le partite apertamente con tre punte, che una di queste sia una formazione in lotta per la salvezza dà un grande merito al lavoro del tecnico. Soprattutto perché ora il Sassuolo non solo gioca bene ma vince anche. Dopo il punto strappato all’Olimpico, i neroverdi hanno dominato la sfida casalinga con l’Atalanta. I gol delle promesse, Zaza e Barardi, sono un motivo in più per guardare con fiducia il proseguo della lotta. L’Atalanta di Colantuono poco ha potuto contro la grinta e la bella organizzazione dei padroni di casa. Torna alla vittoria anche il Torino di Ventura, anche se il Catania ha fatto di tutto per facilitare il compito dei granata: Immobile in dieci minuti poteva rendere speciale la sua partita con almeno 3 gol. Alla fine la punta granata ha realizzato sola la prima rete (su regalo di Legrottaglie) seguito poi dal raddoppio di El Kaddouri. L’inizio del secondo tempo ha fatto credere, come al solito, che il Torino non avesse chiuso neanche questa di partita, il gol di Leto è stata però solo un illusione per gli etnei: sempre El Kaddouri e Moretti hanno chiuso il conto sul 4-1.

Gli anticipi – Detto di Napoli – Parma, sabato si sono giocate altre due importanti sfide. A Verona è stato finalmente di nuovo derby. Il gol al 92esimo di Lazarevic lo ha reso speciale per il rientrate Corini sulla panchina del Chievo, che si rilancia così per la corsa salvezza. Mandorlini invece mastica amaro: il percorso netto casalingo del suo Verona si è interrotto proprio sul più bello. La chiusura è per l’ennesima folle sfida del Milan. I rossoneri restano ancora a bocca asciutta, è la quinta volta consecutiva, anche se in questa occasione la vittoria era veramente a porta di mano. Il rosso a Manfredini ha dato più di un tempo di superiorità al Milan, ma alla fine, nonostante l’assedio il risultato non si è smosso dall’1-1, gol di Kaka e di Gilardino su rigore. A non far dormire Allegri non è però solo il risultato, c’è soprattutto la prestazione di Balotelli. Il giocatore azzurro non trova più la via del gol, ha smesso di essere decisivo. Neanche più dal dischetto, quello che era una sua specialità, riesce sbloccarsi: dopo Reina anche Perin lo ha neutralizzato. Per il Genoa invece, dal ritorno di Gasperini, tutto gira bene e i 14 punti realizzati dal suo ritorno lo testimoniano.

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