Aumento IVA: cambiano i Governi ma le tasse no

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di Francesco Galati

Martedì primo ottobre l’aliquota IVA (imposta sul valore aggiunto, tassa che ricade sul consumatore finale), è nuovamente aumentata di un punto percentuale. In teoria tale aumento doveva essere posticipato a fine dicembre, ma la situazione politica di tensione che abbiamo vissuto nella settimana appena trascorsa, ha portato ad un blocco sulle leggi finanziarie per permettere lo svolgimento di uno stress test della “strana maggioranza”.

Non appare difficile immaginare come questa manovra abbia portato ad una serie di disquisizioni su chi fosse il colpevole dell’aumento, tutti i partiti si sono compattati contro il PDL che avendo sollevato la questione (s)fiducia avrebbe la colpa di aver innescato il blocco sulle manovre finanziarie.
Posizione valida ma tutto sommato discutibile; in quasi sei mesi il governo Letta non ha raggiunto tantissimi obiettivi, è lecito chiedersi se effettivamente questo governo delle larghe intese non sia soltanto un palliativo per un Paese che in realtà avrebbe fortemente bisogno di un Governo forte in grado di mettere in atto una serie di manovre politico-economiche di una rilevanza ben maggiore, che una grossa coalizione bipartisan ha dimostrato di non sapere o più tristamente voluto fare.

La questione IVA è solo l’ultimo dei provvedimenti che ha lasciato con un ulteriore amaro in bocca la popolazione. E’ una tassa che come di consueto ricade sui cittadini, sulle famiglie ed è almeno in parte imputabile ad una latitanza di governi veri, Governi in grado di prendersi le responsabilità delle loro azioni anche se i provvedimenti possono essere terribilmente impopolari.
Il governo Monti ci aveva preparato a delle manovre “lacrime e sangue”, ma i frutti di quelle manovre tardano ad arrivare.
Tutto si è fermato, il Paese vive uno stallo e i nostri politici sembrano molto più indaffarati a trovare soluzioni giudiziarie per far bella figura con gli elettori o con l’Europa.
Il nostro Paese ha bisogno di una scossa dall’interno, non bastano le regole europee a farci rigare dritto, oggi come non mai serve un Governo che sia in grado di assumersi le responsabilità di ogni manovra, purché queste manovre ci portino fuori dal pasticcio in cui ci siamo cacciati.

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