Rapporto Anvur, la mappa della qualità della ricerca in Italia

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di Elena Angiargiu

È tempo di immatricolazioni e per gli studenti alle prese con la scelta dell’università e del corso di laurea, tra le tante guide ai migliori atenei, è disponibile anche il primo rapporto di Valutazione sulla Qualità della Ricerca (VQR 2004-2010), presentato la scorsa settimana dall’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema Universitario e della Ricerca (Anvur). Una fotografia dettagliata della qualità della ricerca nel nostro Paese, che ha preso in esame 133 strutture all’interno delle 14 aree scientifiche definite dal Consiglio Universitario Nazionale (CUN).

La complessa mole di dati ne fa l’esercizio di valutazione più grande nel suo genere finora realizzato a livello internazionale, definito dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, come “una rivoluzione al servizio dei cittadini” che, in nome della trasparenza, può guidare le imprese e gli enti pubblici, nonché gli organi di governo delle strutture partecipanti ad intraprendere azioni di miglioramento interne, rappresentando, inoltre, per il MIUR uno strumento per definire il riparto dei fondi in base al merito, come hanno sottolineato gli esperti dell’Anvur.

Numeri e caratteristiche della VQR – Hanno partecipato 95 università, 12 enti di ricerca vigilati dal MIUR e 26 strutture (19 consorzi interuniversitari e 7 enti di ricerca) che si sono sottoposte volontariamente alla valutazione condotta da 450 esperti riuniti in 14 gruppi (GEV), che sulla base dei prodotti presentati dai soggetti valutati hanno elaborato indicatori di qualità, dalla capacità di formazione all’allocazione delle risorse, dall’internazionalizzazione alla qualità dei prodotti di ricerca, passando per la mobilità dei ricercatori e la capacità di gestire risorse proprie, sia delle strutture che delle attività tecnologiche e culturali delle istituzioni.

In 20 mesi di lavoro, stando ai requisiti del Bando di partecipazione, sono stati valutati 184.878 “prodotti” di ricerca (articoli, capitoli di libro, edizioni critiche, brevetti, traduzioni, disegni, mostre, manufatti, prototipi e opere d’arte e loro progetti, banche dati, software e carte tematiche, ecc.) in base a criteri di rilevanza, originalità/innovazione e grado d’internazionalizzazione, avvalendosi dell’analisi bibliometrica, basata sul numero di citazioni ricevute e su indicatori dei fattori di impatto della rivista ospitante il prodotto e/o della peer review, affidata a quasi 15.000 revisori esterni indipendenti fra loro, scelti dal GEV.

I risultati – Nel settennio della valutazione (2004-2010), il rapporto presenta una graduatoria delle università con la migliore performance media nelle diverse aree e una classifica per aree disciplinari. In base al numero dei soggetti valutati, a guidare la classifica delle università grandi è Padova, al secondo posto Milano Bicocca e terza Verona; ai primi posti delle università medie si trovano Trento, Bolzano e Ferrara, mentre tra le università piccole spiccano la Normale e il Sant’Anna di Pisa, seguiti dalla Luiss di Roma. In testa agli enti di ricerca, l’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare e l’Istituto Nazionale Geofisica e Vulcanologia, negative le performance dell’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) e il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

Nel confronto tra qualità della ricerca e dimensione delle strutture, prima tra le grandi università è Siena, seguita da Verona e Milano Bicocca; tra le università di medie dimensioni ai primi posti si posizionano l’Istituto San Raffaele di Milano, seguito dalla Bocconi e dall’Università di Trento; fra le piccole università lo IUSS di Pavia, l’Istituto Italiano di Scienze Umane di Firenze e la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa.

Interessante la graduatoria delle aree disciplinari. La  ricerca italiana raggiunge punte di eccellenza nelle scienze fisiche e chimiche, seguite da ingegneria industriale e dell’informazione, fatica ad emergere nelle scienze sociali e politiche e risulta più debole nelle scienze economiche e statistiche. Promossa a pieni voti Padova, prima in metà delle aree disciplinari, fanalino di coda Messina. Al Sud bene Catanzaro, Salerno e l’Università del Salento.

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